Meglio il latte o lo slot? Dopo Parmalat, il nuovo psicodramma italiano potrebbe avere il nome di Meridiana Fly. Un marchio che rappresenta il 16% del mercato interno e che gestisce le rotte più frequentate del turismo italiano, quelle che da Milano e Roma, ma anche da Parigi. Amsterdam, Mosca e Barcellona portano i viaggiatori sulle coste della Sardegna.
L’uscita dei fratelli Fratini (con l’1,3%) dal capitale di Alitalia ha riacceso le voci sulla possibile fusione tra la ex compagnia di bandiera e Meridiana. Secondo il quotidiano Finanza&Mercati Roberto Colaninno avrebbe deciso di riprendere in mano il dossier prima che la trama degli azionisti del vettore inizi a sfaldarsi a causa di un inevitabile aumento di capitale di cui nessuno dei soci sembra volersi fare carico.
L’operazione con la compagnia sarda controllata dall’Aga Khan permetterebbe ad Alitalia di far ripartire i motori del business non solo attraverso le rotte più famose da e per la Sardegna, ma con lo sbarco massiccio sul mercato delle vacanze. Meridiana controlla infatti i voli per le principali destinazioni turistiche internazionali, come Zanzibar, Mauritius, Maldive, Tenerife, Fuerteventura, Sharm el Sheikh, Mykonos e Santorini. In più, il vettore dell’Aga Khan porterebbe in dote i preziosi slot non ancora controllati da Alitalia dopo la fusione con AirOne tra Fiumicino e Linate. Slot che dall’aprile del 2009 Meridiana non utilizza più proprio per protestare contro la posizione dominante del vettore di Colaninno ma che tornerebbero sicuramente in attività se finissero in mano ad altre compagnie.
Ed è qui che entra in gioco il terzo incomodo. Quegli slot, così come tutte le rotte turistiche verso le mete principali del Mediterraneo fanno molto gola ai tedeschi di Lufthansa, che secondo quanto risulta a Libero non avrebbero affatto archiviato l’opzione Meridiana. Anzi, una fusione consentirebbe al vettore di Berlino di intensificare l’espansione nell’Europa meridionale a scapito dei rivali di AirFrance-Klm (che possiedono il 25% di Alitalia e premono per arrivare all’accordo con l’Aga Khan) e attraverso un rafforzamento della presenza in Italia su cui i tedeschi hanno già fatto negli ultimi anni investimenti importanti.
L’entrata in gioco di Lufthansa potrebbe essere facilitata da un paio di fattori non marginali. Il primo riguarda la fretta dell’Aga Khan di rimettere in sesto i bilanci. Ad un anno dalla fusione con Eurofly, Meridiana continua a soffrire il caro petrolio, che, malgrado l’aumento dei passeggeri e la riduzione dei costi attraverso un severo piano di ristrutturazione, erode i margini a livelli non sostenibili. Il primo trimestre della compagnia sarda si è chiuso con un fatturato in crescita a 138 milioni, ma una perdita netta di 37 milioni a fronte degli 8 milioni di rosso del 2010. Numeri che pesano su un debito che al 31 dicembre scorso era a quota 19 milioni.
Oltre al fattore tempo, i tedeschi sarebbero favoriti anche dalle normative antitrust. La concentrazione sulla Fiumicino-Linate è stata, infatti, possibile solo grazie ad una legge ad hoc (la 166/2008) che ha di fatto impedito ad Antonio Catricalà di intervenire su un clamoroso caso di monopolio. Difficile che l’Antitrust possa accettare un ulteriore rafforzamento di Alitalia sulla rotta, che farebbe salire ad una percentuale vicina al 100% il livello di controllo dei voli tra Milano e Roma. Non solo. Una fusione con Meridiana porterebbe la compagnia di Colaninno a gestire ben oltre il 50% dell’offerta sul mercato interno, mettendo a rischio la concorrenza. Chiunque sia il pretendente, i mercati sembrano gradire. Ieri sono bastate le indiscrezioni di stampa a far schizzare il titolo di Meridiana del 4,6%.
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