sabato 13 febbraio 2021

Il Bitcoin vale sempre di più

Il Bitcoin non si ferma più. Ogni giorno nuovi record (ieri ha toccato i 49mila dollari) e, soprattutto, nuovi sponsor. Dopo il super acquisto da 1,5 miliardi di Tesla, le voci di un interesse da parte di Apple, l’apertura di Mastercard (che si aggiunge a Visa e Paypal) e il sostegno della banca più antica degli Stati Uniti, la Bank of New York Mellon, che si è detta disposta ad accogliere depositi in criptovaluta, anche la politica inizia a muoversi. Andrew Yang, il candidato sindaco di New York, ha detto che se sarà eletto trasformerà la Grande Mela in un vero e proprio hub per il Bitcoin. Più concreta la promessa di Francis Suarez, che il sindaco lo fa già, a Miami. Il primo cittadino della famosa metropoli della Florida ha annunciato che autorizzerà il pagamento in Bitcoin delle tasse municipali e di una parte dello stipendio dei dipendenti.

Siamo agli albori di una rivoluzione epocale del sistema monetario e di quello? È presto per dirlo. Il neosegretario al Tesoro Usa, Janet Yellen, che solo qualche anno fa era a capo della Federal reserve, considera la valuta digitale il nemico della finanza buona. «È solo un modo per riciclare il denaro sporco, finanziare il traffico di droga e gli acquisti di armi», ha detto senza mezzi termini qualche giorno fa, di fronte all’esplodere della Bitcoin-mania. E, seppure con toni diversi, anche l’Europa è diffidente. Non a caso la Bce continua a ripetere che è necessario creare al più presto una moneta virtuale ufficiale, legale e garantita.
 Anche sotto il profilo dell’investimento ci sono molti dubbi. Certo, solo cinque anni fa la criptovaluta veleggiava intorno ai 400 euro ed ora punta addirittura ai 50mila. Si tratta di un incremento mostruoso del 12.400%. Per avere un’idea, chi nel 2016 ha investito 1.000 euro ora se ne ritrova in tasca 125mila. Eppure, esperti ed analisti sono guardinghi, sostengono che il titolo resta assai volatile e che può crollare con la stessa velocità con cui è salito. 

Staremo a vedere. Nel senso letterale del termine. Già, perché, partecipare attivamente alla grande festa della moneta virtuale dall’Italia non è semplicissimo. In Spagna basta andare al Carrefour per acquistare Bitcoin, in Francia si possono comprare dal tabaccaio e in Germania dallo scorso anno le banche possono maneggiare criptovaluta senza problemi. Da noi, se provate ad andare in un istituto di credito vi ridono dietro. Niente monete virtuali allo sportello. L’unica modalità “fisica” per procurarsi dei Bitcoin è affidata agli Atm sparsi per l’Italia. Si tratta di circa 30 apparecchi tipo bancomat, disseminati soprattutto nel Nord del Paese, in cui si possono trasformare euro in valuta virtuale e viceversa. 
L’alternativa è un po’ da “smanettoni”. Semplificando, bisogna trovare il sito giusto (nessuna società italiana in circolazione), scaricare il necessario software sul pc, creare un portafoglio digitale, trasferire il denaro. Prima che gli italiani si impratichiscano, la bolla delle criptovalute sarà già scoppiata.

© Libero