Gedi ha chiuso il 2017 con ricavi in crescita dell’8,2% a 633,7 milioni e un ebitda di 53,2 milioni significativamente maggiore rispetto al 2016 (43,7 milioni), anche a perimetro equivalente (46,1 milioni) . Sale anche il risultato operativo consolidato, a quota 28,7 milioni (era di 22,4 milioni l’anno scorso). A pesare sui conti sono, però, i guai col fisco. Il gruppo ha infatti dovuto pagare un vecchio conto con Agenzia delle Entrate, che ha portato in perdita il risultato netto per 123,3 milioni, a fronte di un utile di 10,4 milioni nel 2016.
Senza l’onere fiscale straordinario il risultato netto sarebbe positivo per 19,1 milioni. L’esborso si riferisce alla definizione di un contenzioso, pendente in Cassazione, che si riferiva a contestazioni di natura antielusiva relative ai benefici fiscali derivanti dall’operazione di riorganizzazione del Gruppo editoriale L'Espresso, realizzata nel 1991. Gedi ha pagato 175,3 milioni, di cui 140,2 nel 2017 e i restanti 35,1 da versare entro il 30 giugno 2018.
I ricavi diffusionali, pari a 201,7 milioni, sono in leggero aumento (+0,8%) rispetto a quelli dell'esercizio precedente e risultano in flessione del 7,1% a pari perimetro, in un mercato che ha continuato a registrare una significativa riduzione delle diffusioni dei quotidiani (- 8,8%). I ricavi pubblicitari sono cresciuti del 13,7% rispetto al 2016. L’incremento a perimetro equivalente è stato, però, del 5,7%, con una flessione del 3,3% sui mezzi del gruppo ed un incremento significativo delle concessioni di terzi, grazie al contributo di Radio Italia e delle testate La Stampa e il Secolo XIX (la cui raccolta di pubblicità nazionale è passata al Gruppo dall’inizio del 2017 e per il primo semestre dell'esercizio è stata classificata quale raccolta per terzi).
Per quanto riguarda l’offerta rifutata di Rai Way con F2i per Persidera, di cui Gedi possiede il 30% e Tim il 70%, il gruppo ha confermato che sono attualmente in corso contatti con altri investitori. Nelle scorse settimane il fondo statunitense I Squared Capital aveva messo sul piatto 300 milioni rispetto ai 250 di RaiWay-F2i. Una cifra sempre più bassa dei 350 milioni pretesi da Gedi per non svalutare la propria quota in bilancio.
© Libero