I tempi non saranno lunghi. Ma sufficienti, comunque, ad evitare un potenziale cortocircuito con le amministrative. Nel definire le procedure per l’indennizzo dei risparmiatori rimasti impigliati nel decreto salva banche il governo ha sapientemente calibrato il timing dell’operazione. Dalla pubblicazione del decreto, secondo le bozze circolate nelle ultime ore, serviranno almeno 30 per la formazione dei collegi arbitrali. Per la presentazione delle domande, via posta certificata, c’è tempo fino a 4 mesi. Dopodiché il collegio avrà 90 giorni, prorogabili al massimo fino a 120 per pronunciare il lodo. Niente sovrapposizioni, dunque, né con la campagna elettorale né con il voto. In modo da lasciare i risparmiatori appesi alla possibilità di avere indietro dei soldi e alla speranza di non restare a bocca asciutta.
Eventualità, quest’ultima, che non è esclusa a priori. La camera arbitrali avranno infatti il compito di accertare se chi ha venduto ai 12.500 risparmiatori di Banca Marche, Banca Etruria, Carife e Carichieti le obbligazioni subordinate abbia rispettato gli obblighi previsti dalle norme sulla trasparenza e correttezza in materia finanziaria. In altre parole ci deve essere un accertamento di responsabilità a carico delle banche in merito alla violazione delle regole stabilite dalla Mifid e dal Testo unico della finanza (Tuf) in occasione dell’offerta delle obbligazioni. Oltre al controllo formale, è estesa al collegio anche la facoltà di accertare «ogni altro fatto rilevante per la determinazione della prestazione e la corresponsione dell’indennizzo». La sostanza resta che, come hanno più volte da Palazzo Chigi, solo chi è stato ingannato sarà risarcito.
E non è detto che anche tra i truffati non possa esserci qualche delusione. Questo è il nodo principale da sciogliere. Le risorse stanziate dal Fondo interbancario di tutela dei depositi ammontano a 100 milioni a fronte di un controvalore dei titoli di 431 milioni. È chiaro fin dall’inizio, quindi, che non tutti potranno essere risarciti. E non tutti potranno riavere l’intera somma andata in fumo.
Diversi sono i criteri sul tavolo dei tecnici del ministero dell’Economia che in questi giorni stanno lavorando al dossier affiancati da rappresentanti del ministero della Giustizia, della Banca d’Italia, della Consob e dell’Anac.
Tra i fattori che saranno presi in considerazione per individuare chi e quanto pagare ci saranno sicuramente l’età del richiedente e l’ammontare delle perdite in rapporto all’investimento complessivo. Quindi quei 1.041 risparmiatori, individuati dai vertici delle nuove good bank, che hanno investito meno di 100mila euro impegnando però il grosso del loro capitale in bond subordinati dovrebbero essere tra i primi a incassare l ’indennizzo. Ma tutto è ancora in via di definizione. Sulla base delle prime indiscrezioni le associazioni dei consumatori hanno comunque già annunciato ricorsi, ritenendo «discriminatori» i criteri.
Dal punto di vista tecnico, la camera arbitrale che si dovrà occupare dei ricorsi dei risparmiatori sarà formata da 12 collegi costituiti da un presidente, che dovrà essere un magistrato, e 4 membri scelti preferibilmente fra chi abbia già esperienza negli analoghi organi della Banca d’Italia e della Consob. Le candidature si potranno avanzare all’Anac entro 30 giorni dalla pubblicazione del provvedimento. Alla camera è demandato uno «scrutinio di regolarità» dei lodi. La decisione dovrà essere presa «a maggioranza dei voti».
La controparte sarà esclusivamente il Fondo interbancario in quanto rappresentante del fondo di solidarietà istituito dalla legge di satbilità. Le banche coinvolte potranno solo intervenire nel corso del procedimento.
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