martedì 12 gennaio 2016

Con i ticket aziendali per l'asilo al via nuovi contratti territoriali

Mentre i sindacati si stanno lambiccando per tentare di evitare l’intervento a gamba tesa del governo sui nuovi contratti, attraverso timide aperture sul decentramento della contrattazione e sui premi di produttività, il mercato sta già correndo come un treno sul welfare aziendale che la legge di stabilità ha dotato di motori molto più potenti rispetto al passato. Dal 2016 le risorse destinate ai dipendenti sotto forma di pacchetti di servizi sono totalmente detassate sino a 2mila euro per lavoratore. E il bonus fiscale sale fino 2.500 euro per le aziende che coinvolgono il personale nell’organizzazione produttiva attraverso commissioni paritetiche previste nella contrattazione integrativa di secondo livello. L’asticella è stata abbassata un po’ rispetto al 2014 (3mila euro), ma lo sgravio si può applicare a tutti i lavoratori che guadagnano un salario lordo fino a 50mila euro (rispetto ai precedenti 40mila), con un allargamento della platea dei beneficiari che può ora arrivare fino al livello dei quadri.

I sindacati non usciranno dal terreno di gioco. Tra le novità principali della riforma c’è infatti il superamento della detassazione legata alla decisione unilaterale del datore di lavoro di concedere i benefit. Ora il welfare aziendale sarà invece oggetto di contrattazione decentrata. Su cui quindi le sigle dovranno allentare molto le briglie, se non vorranno perdere consensi e rappresentanza. Una volta fatti gli accordi, il lavoratore potrà decidere di ricevere il suo premio di produttività in cash, sottoponendo il suo reddito aggiuntivo ad una imposta sostitutiva del 10%, oppure in servizi, tagliando cos’ completamente fuori il fisco.

Ma la verà novità, su cui l’Europa si è già mossa da tempo, è quella del voucher. L’azienda non sarà più costretta, come è stato finora, a fornire direttamente i servizi, magari con asili nido o assistenza agli anziani, ma potrà erogare il premio di produttività anche sottoforma di un «buono welfare». In questo modo anche le aziende più piccole, e non solo le più grandi (si pensi a Luxottica e Ferrero, pionieri su questo terreno) potranno sfruttare le nuove opportunità concesse dalla legge.
Il meccanismo favorira inoltre l’espansione di nuovo segmento di business, su cui si stanno già muovendo le società specializzate del settore. Tra i gruppi pronti a scendere in campo, oltre a Sodexo, Qui! Group, Day Ristoservice, c’è anche il colosso dei buoni pasto Edenred, la società che ha lanciato i Ticket Restaurant in tutto il mondo.

L’azienda d’Oltralpe, che ha già una lunga esperienza in Francia con Ticket Cesu e nel Regno Unito con il servizio Childcare Voucher, si sta preparando ad offrire in Italia il nuovo Tocket Welfare, un buono destinato proprio ai piani di welfare aziendale. «Il voucher per i servizi alla persona è uno strumento che ha dimostrato di funzionare in modo straordinario in molti Paesi Europei», ha spiegato Andrea Keller, amministratore delegato di Edenred Italia, «in Francia è un efficace e diffuso strumento di remunerazione per servizi di cura, baby sitting e assistenza familiare nell’ambito degli accordi di welfare privato». Questo dispositivo, secondo il manager, ha portato benefici all’intero settore: «Dall’aumento del potere d’acquisto dei dipendenti, all’ottimizzazione dei costi per le aziende, dall’emersione del lavoro nero nell’ambito del lavoro domestico all’incentivo del lavoro femminile e delle politiche di work-life balance, fino a maggiori entrate per lo Stato».

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