giovedì 1 febbraio 2018

Il fisco spierà i conti correnti per scovare i finti nullatenenti

Un algoritmo valuterà automaticamente la «congruità» tra i nostri soldi in banca e le tasse dichiarate. È l’ultimo strumento del fisco per scovare gli evasori. Per ora partirà una fase sperimentale. Ma se il meccanismo funziona, c’è da scommettere che il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, non si lascerà sfuggire l’occasione di avere a disposizione un’altra arma per incastrare i contribuenti infedeli.

Il funzionamento è simile a quello del redditometro, solo che al posto delle spese saranno monitorati i risparmi. L’algoritmo, come anticipato da ItaliaOggi, sarà in grado di andare a leggere tutti i dati dell’Anagrafe dei rapporti finanziari, quindi conto corrente, conto deposito titoli e/o obbligazioni, conto a deposito a risparmio libero vincolato, rapporto fiduciario, gestione collettiva del risparmio, gestione patrimoniale, certificati di deposito e buoni fruttiferi, conto terzi individuale e globale. Nonché carte di credito, prodotti finanziari emessi dalle assicurazioni, acquisto e vendita di oro e metalli preziosi.
Dopo aver ficcato ben ben il naso nella nostra vita (inutile invocare la Privacy perché il Garante ha già dato il via libera) il software dell’Agenzia delle entrate creerà delle liste selettive di contribuenti a «rischio evasione».

Immaginiamo, spiega laleggepertutti.it, un impiegato che lavori in un ufficio privato. Il datore mensilmente gli versa lo stipendio sul conto corrente, dal quale però non attinge mai perché ha un secondo lavoro, tenuto nascosto al fisco e da cui riceve un reddito a volte superiore al primo.
La disponibilità di tutti questi contanti, si legge sul sito specializzato in consulenza legale, «gli consente di vivere bene senza dover mai prelevare i soldi dello stipendio». Arriva fine anno e sul conto ha ben 13 mensilità intatte: un risparmio enorme, che finirà immediatamente nel radar del risparmiometro. Con quali soldi ha campato il contribuente e tutta la sua famiglia? Come ha comprato il cibo e il vestiario? Come ha pagato la retta scolastica per i figli? E come la benzina per andare a lavoro? A questo punto scatta una presunzione semplice. Il contribuente avrà la possibilità di spiegare dove ha preso i quattrini. O chi lo ha mantenuto per un anno.

In mancanza di giustificazioni valide, però, il risparmio sarà considerato reddito e tassato come tale.
I rischi di errore sono tanti. Eredità, trasferimenti di denaro tra parenti, gestioni famigliari del risparmio, vincite al gioco, mantenimento da parte di un genitore sono solo alcuni dei casi che potrebbero far scattare illegittimamente la tagliola del risparmiometro. Il suggerimento è sempre il solito: per quanto scomodo e faticoso è sempre bene tenere traccia e conservare copia cartacea di ogni spostamento di denaro. La rete del fisco cerca gli evasori, ma restarci impigliati è più facile di quello che sembra.

© Libero