venerdì 16 febbraio 2018

Guardate i primatisti mondiali del debito:riescono a perdere 100 milioni al giorno

Cento milioni al giorno di nuovo debito e 24 milioni al giorno di nuove tasse. Il calcolo può sembrare pretestuoso. Ma è l’unico modo per rendere concreta l’idea di quello che accaduto ai conti pubblici italiani nell’ultimo anno. I dati aggregati sono quelli snocciolati ieri da Bankitalia. Al 31 dicembre del 2017 il debito delle amministrazioni pubbliche è stato di 2.256,1 miliardi. A fine 2016 il debito ammontava a 2.219,5 miliardi. Il che significa che in un solo anno si è registrato un aumento di 36,6 miliardi. Una cifra enorme, difficile persino da visualizzare. Se dividiamo quei 36,6 miliardi per i giorni dell’anno, festività comprese, scopriamo, però, che ogni 24 ore il debito pubblico che pesa sulle spalle di ogni contribuente è aumentato di oltre 98 milioni di euro. Così riusciamo quasi a contarli.

Stesso discorso per le entrate, che sono le tasse che versiamo allo Stato direttamente o indirettamente. Ebbene, a dicembre, sempre secondo i dati diffusi da Palazzo Koch, le entrate tributarie sono ammontate a 72,44 miliardi, portando il volume complessivo del 2014 a 447,3 miliardi. Alla fine del 2016 erano 438,5, circa 9 in meno. Il che significa, migliaia più migliaia meno, circa 24 milioni di euro di nuovi balzelli per ogni giorno dell’anno appena trascorso.
Messa in questo modo, significa che il premier Paolo Gentiloni e il suo fido ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ogni 24 ore pur incassando 24 milioni in più sono riusciti ad indebitarsi per altri 100. Possibile che abbiano speso così tanti soldi in un solo giorno?

TROPPE CAMBIALI
Con gli italiani che faticano ad arrivare alla fine del mese è difficile da immaginare. Ma i numeri non mentono. Resta da capire se lo fanno i politici che stanno per uscire da Palazzo Chigi e vorrebbero rientrarci il giorno dopo.
Solo qualche giorno fa la Corte dei Conti ha lanciato l’allarme sul nostro debito pubblico, spiegando che la strada di un ulteriore aumento è preclusa non tanto dai vincoli europei, che pure ci sono e non possono essere ignorati, quanto dal «rispetto di un maggiore equilibrio intergenerazionale nella ripartizione degli oneri». Già, perché il debito non è solo una voce di bilancio, ma è un macigno che pesa su tutti gli italiani, soprattutto quelli più giovani che dovranno ripagarlo.
Eppure, di fronte alla montagna di cambiali che continua ad ingrossarsi senza sosta, Gentiloni e Padoan non fanno che parlare di riforme, di nuovi interventi per il Mezzogiorno, di bonus e sussidi per i meno abbienti. Il tutto nel nome di una continuità con il passato che, a loro giudizio, sarebbe solida garanzia per il futuro. Se per fare le riforme sarà necessario accumulare 100 milioni al giorno di debito anche per il prossimo anno, però, forse bisognerebbe pensarci due volte.
Anche perché il conto reale è ancora più alto. Come spiega Renato Brunetta, che di numeri non è proprio digiuno, «nel mese di dicembre il Tesoro aveva usato un escamotage per far sembrare che il debito si fosse ridotto, utilizzando la lqiuidità di cassa a disposizione per far scendere il fabbisogno oltre le previsioni. Adesso che i dati reali sono saltati fuori, veniamo a sapere che quello stesso fabbisogno è aumentato di ben 51,8 miliardi». Il risultato, ha proseguito il capogruppo di Forza Italia alla Camera, è che «in tre anni il debito pubblico è aumentato complessivamente di 119 miliardi». Il che significa, in soldoni, che i milioni di debito accumulato al giorno salgono da 98 a 108.

UNA BRUTTA NOTIZIA
«Una brutta notizia», l’ha definita Brunetta, lasciandosi per ultima quella peggiore. E cioè che il debito, oltre ad essere prodotto da una cattiva gestione della finanza pubblica, nei prossimi mesi potrebbe anche lievitare autonomamente. «Lo scenario», ha spiegato l’economista di Forza Italia, «è davvero poco ottimistico se si pensa che la Banca centrale europea ha appena avviato la riduzione del suo programma di acquisto dei titoli sovrani nell’Eurozona e che i rendimenti sui bond di Stato stanno rapidamente aumentando nelle principali economie avanzate, proprio per effetto della cessazione delle politiche monetarie ultraespansive da parte delle banche centrali».
Non si tratta di profezie, ma di fenomeni già in atto. Il debito italiano è infatti diventato ieri il secondo più rischioso dell’Eurozona dietro la Grecia. Il Btp decennale ha registrato un rendimento del 2,085%, superando quello del titolo di Stato decennale portoghese che viaggia al 2,075%. Più rischi, significa chiaramente più spesa per interessi, ovvero più debito. Un tunnel infinito.

© Libero