«Se il governo non metterà in campo la stessa determinazione che abbiamo visto per Mps anche per le banche venete, non ci sarà più nulla da salvare». Per l’ex viceministro dell’Economia e segretario di Scelta Civica, Enrico Zanetti, il tempo per i negoziati con Bruxelles è scaduto. «L’Europa», spiega, «continua legittimamente a privilegiare le valutazioni sul quadro regolatorio, ma l’esecutivo non può permettersi di non guardare anche alla tenuta economica e sociale di una parte importante del Paese».
Significa che il premier Paolo Gentiloni deve pretendere dalla Ue il via libera al salvataggio?
«Il problema non è farsi rispettare in Europa. Il governo deve fare di tutto per trovare una soluzione condivisa, ma Veneto Banca e Pop Vicenza si stanno avvicinando al punto di non ritorno. E arriva un momento in cui i tempi della realtà non coincidono più con quelli potenzialmente infiniti dei confronti tecnici».
Quindi, che fare?
«Il governo deve assumersi la responsabilità di rischiare, deve forzare le regole».
Il che potrebbe voler dire una procedura di infrazione per aiuti di Stato...
«Abbiamo procedure d’infrazione per delle sciocchezze clamorose. Qui l’alternativa è fra il rischio di una procedura e la sicurezza delle banche che saltano. Anche nel caso di Mps sono state adottate misure che poi l’Europa avrebbe dovuto valutare. Si faccia lo stesso per le banche venete».
Sta dicendo che il governo si è mosso con tempestività solo per Mps?
«Sto dicendo che fino ad un mese fa era giusto proseguire la trattativa. Ora è doveroso mettere in sicurezza le banche. Anche senza il sì di Bruxelles».
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