martedì 9 maggio 2017

Roma è una cloaca. M5S e Pd litigano

Accuse, insulti, polemiche. Mentre i romani, dopo topi, cinghiali, capre, serpenti e sesso en plain air iniziano ad essere letteralmente sommersi da montagne di immondizia, Virginia Raggi e Nicola Zingaretti non trovano di meglio che azzuffarsi sulla responsabilità della nuova emergenza rifiuti che si prepara ad esplodere nella Capitale.

Per il presidente della Regione il quadro è chiaro: «Sono mesi che facciamo i salti mortali per aiutare Roma e i romani a non andare in emergenza, garantendo la massima collaborazione interistituzionale e mettendo in atto tutte le procedure amministrative che il Comune chiedeva per esportare i rifiuti all’estero». E adesso, per il governatore dem del Lazio, è ora che anche la Raggi faccia la sua parte: «Ho denunciato e allertato l’amministrazione comunale affinché si presenti un piano che, non nel 2021-2022, ma nei prossimi 21-22 giorni garantisca che Roma non vada in emergenza». Il riferimento, per nulla casuale, è al grande progetto presentato solo qualche giorno fa dalla sindaca per rivoluzionare la gestione dei rifiuti nella Capitale. Tra hashtag (#romanonsirifuta) e neologismi (materiali post consumo), l’obiettivo dei grillini è quello di fare «un cambio di passo a 360 gradi», con un aumento della differenziata dal 44% al 70%, sette nuovi centri di raccolta e tre nuovi impianti di compostaggio. Il problema è che la spazzatura in mezzo alle strade c’è ora. E non nel 2021, quando il nuovo sistema andrà a regime. Nel frattempo?

«I piani rivoluzionari possono essere entusiasmanti», è stata la chiosa dell’assessore all’Ambiente, Mauro Buschini, «ma la normale e ordinaria gestione ha bisogno di scelte concrete, rapide e risolutive». Tutt’altra, ovviamente, la versione del Movimento Cinque Stelle, che punta il dito sulla propaganda renziana e accusa tutti di remare contro la Capitale. Dopo il famoso complotto del frigorifero dello scorso ottobre, quando la Raggi sostenne che qualcuno portava nottetempo i rifiuti ingombranti davanti i cassonetti per screditare l’amministrazione, ora la sindaca se l’è presa con un secchiello finito nel motore di una ruspa di Rocca Cencia, che la scorsa settimana ha bloccato il servizio per circa cinque ore. «Nell’impianto sono stati registrati atti di sabotaggio», ha tuonato la Raggi un paio di giorni fa. Subito ripresa, ieri, dal vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, secondo cui «c’è il rischio che ci sia un sabotaggio delle aziende di rifiuti che riguardano Roma». Ma il vero colpevole è il titolare della Pisana. «Sui rifiuti», scrive la Raggi in un tweet, «il Lazio è sottodimensionato, lo dice il governo. Zingaretti ne prenda atto e lavori: l’impiantistica è sua competenza». Una tesi smentita da molti, ma sostenuta con forza anche dall’assessore capitolino all’Ambiente, Pinuccia Montanari, che su Facebook va giù durissima: «Buttino giù la maschera. Renzi, il governo e la Regione  dicano dove vogliono fare la discarica e l’inceneritore, perché è questo quello che vogliono. Renzi fa spot, in città nessuna emergenza».

Mentre sul web e nei social inizia a dilagare il sarcasmo («Cari romani, quelli che vedete uscendo di casa non sono cumuli di rifiuti. Sono istallazioni di arte contemporanea», twitta ironico il dem Matteo Orfini), il Comune assicura che nel giro di pochi giorni sarà tutto risolto.Il piano d’urto di Campidoglio e Ama conta di normalizzare la situazione al massimo entro domenica. Tre le mosse: dal fine settimana sono stati predisposti turni h24 degli operatori per liberare gli impianti Tmb e renderli pronti a ricevere nuovi Rifiuti. Alla raccolta è stata abbinata una pulizia extra con mezzi appositi e più piccoli attorno ai cassonetti. Infine, verrà intensificato l’invio dei rifiuti all’estero. Da questa settimana partiranno due convogli e non più solo uno in direzione Austria. Dalla prossima i convogli potrebbero anche diventare tre.
Basterà? Difficile a dirsi. In attesa che Campidoglio e Regione decidano chi deve rimboccarsi le maniche, per i romani le prospettive non sono rosee. Per il fine settimana i metereologi prevedono l’arrivo di Hannibal, l’anticiclone nordafricano che porterà la prima vera ondata di caldo in Italia. E allora sì che saranno dolori.

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