A sostenere l'ex ad delle Fs, ora nel consiglio della banca milanese, sarebbero stati alcuni soci poco soddisfatti della gestione verticista della coppia Colaninno-Sabelli. A Intesa, ovviamente, le bocche sono cucite. Il neo ad Enrico Cucchiani non vuole neanche confermare l'uscita di Sabelli con l'approvazione del bilancio 2011, su cui sembrano esserci pochi dubbi. «Non è nostro costume», ha detto, «commentare la situazione di aziende nostre clienti o nostre partecipate».
Più che i nomi, però, la cosa interessante da sapere sarebbero i progetti. La compagnia salvata nel 2008 con un costo per lo Stato (ovvero i contribuenti) di qualche miliardo di euro rischia infatti di chiudere anche il bilancio 2011 in perdita. Salvo sorprese, il rosso dovrebbe aggirarsi sui 100 milioni, il che porta a 600 le perdite complessive di Alitalia -Cai nei suoi primi tre anni di vita. Non aiuterà, nell'immediato, l'annunciata integrazione con Blue Panorama e Wind Jet. Sulle due società si stanno concentrando i piani della compagnia per contrastare la concorrenza delle low cost e dei voli charter, ma insieme ai due marchi entreranno in pancia anche 250 milioni di debiti. Non solo. L'operazione è fortemente a rischio Antitrust, visto che dopo la fusione la compagnia avrebbe il monopolio di fatto su quattro delle prime cinque rotte italiane per numero di passeggeri (Catania-Roma, Milano-Roma, Torino-Roma e Milano-Catania). Se a questo si aggiunge che l'Antitrust Ue potrebbe far saltare la redditizia joint venture con Delta Airlines si capisce che il quadro è poco roseo. E che l'addio di Sabelli potrebbe significare qualcosa di diverso da un normale avvicendamento alla cloche di Alitalia .
© Libero