sabato 11 febbraio 2012

Per il dopo Sabelli Alitalia si affida a charter e low cost

Il toto nomine per il dopo Sabelli è già partito. La voce che circola con più insistenza è quella di Andrea Ragnetti, manager esperto di marketing che con l'ad di Alitalia ha lavorato in Tim e Telecom Italia all'epoca della presidenza di Roberto Colaninno. Fonti bancarie ben informate, però, riportate dal Messaggero, ritengono che sul tavolo di Intesa Sanpaolo, azionista rilevante della compagnia nonché artefice dell'intera operazione Fenice, ci sia il nome di Elio Catania.

A sostenere l'ex ad delle Fs, ora nel consiglio della banca milanese, sarebbero stati alcuni soci poco soddisfatti della gestione verticista della coppia Colaninno-Sabelli. A Intesa, ovviamente, le bocche sono cucite. Il neo ad Enrico Cucchiani non vuole neanche confermare l'uscita di Sabelli con l'approvazione del bilancio 2011, su cui sembrano esserci pochi dubbi. «Non è nostro costume», ha detto, «commentare la situazione di aziende nostre clienti o nostre partecipate».
Più che i nomi, però, la cosa interessante da sapere sarebbero i progetti. La compagnia salvata nel 2008 con un costo per lo Stato (ovvero i contribuenti) di qualche miliardo di euro rischia infatti di chiudere anche il bilancio 2011 in perdita. Salvo sorprese, il rosso dovrebbe aggirarsi sui 100 milioni, il che porta a 600 le perdite complessive di Alitalia -Cai nei suoi primi tre anni di vita. Non aiuterà, nell'immediato, l'annunciata integrazione con Blue Panorama e Wind Jet. Sulle due società si stanno concentrando i piani della compagnia per contrastare la concorrenza delle low cost e dei voli charter, ma insieme ai due marchi entreranno in pancia anche 250 milioni di debiti. Non solo. L'operazione è fortemente a rischio Antitrust, visto che dopo la fusione la compagnia avrebbe il monopolio di fatto su quattro delle prime cinque rotte italiane per numero di passeggeri (Catania-Roma, Milano-Roma, Torino-Roma e Milano-Catania). Se a questo si aggiunge che l'Antitrust Ue potrebbe far saltare la redditizia joint venture con Delta Airlines si capisce che il quadro è poco roseo. E che l'addio di Sabelli potrebbe significare qualcosa di diverso da un normale avvicendamento alla cloche di Alitalia .

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