mercoledì 14 giugno 2017

Più romeni e meno italiani. La Penisola cambia connotati

Diminuisce la popolazione. Ma diminuiscono soprattutto gli italiani, sostituiti a ritmi frenetici da 5 milioni di cittadini stranieri di oltre 200 nazionalità, che rappresentano l’8,3% dei 60.589.445 residenti. Il saldo complessivo del 2016   è negativo per 76mila unità (-0,13%). Una cifra determinata da una flessione massiccia della popolazione italiana (-97mila) e da un aumento consistente di quella straniera (+21mila).

Il tasso di sostituzione, già imponente, è reso ancora più significativo dall’ampia quota di cittadini (+202mila, in crescita rispetto al 2015 del 13%) che nel corso del 2016 hanno acquisito la cittadinanza italiana. Le prime analisi sulla distribuzione per età e cittadinanza di origine (dati provvisori), evidenziano che più del 18% di quanti sono diventati italiani  nel 2016 ha come cittadinanza di origine quella albanese, il 17,2% quella marocchina e il 6,4% quella rumena. I rapporti sono diversi se si calcolano le consistenze complessive. Qui i rumeni regnano incontrastati. Con oltre 1,16 milioni di residenti rappresentano di gran lunga la prima comunità straniera in Italia, con una quota del 23,2% sul totale e una predilezione per i grandi centri urbani del Centro e del Nord. Un quarto dei rumeni risiede nel Lazio (19,7%), di cui il 78,9% nella provincia di Roma. Seguono, per consistenza, i cittadini dell’Albania (448mila, 8,9%), del Marocco (420mila, 8,3%), della Cina (281mila, 5,6%) e dell'Ucraina (234mila, 4,6%). Degli stranieri presenti in Italia circa il 50% (2,6 milioni) sono di provenienza europea. Gli Stati africani (prevalentemente settentrionale e occidentale) rappresentano il 20,7% degli stranieri. Quasi identica, il 20,2%, la quota di residenti provenienti dall’Asia. Mentre i sudamericani si fermano al 7%.

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