giovedì 15 giugno 2017

I crediti marci vanno in Borsa

DoBank ha rotto gli indugi. Bruciando le tappe e smentendo chi prevedeva uno slittamento del dossier a settembre, per evitare il rallentamento estivo dei mercati, la società attiva nella gestione di portafogli di crediti in sofferenza, ha presentato ieri a Borsa Italiana la domanda di ammissione a quotazione sul Mercato telematico azionario.


Il collocamento presso investitori istituzionali in Italia e all’estero avverrà entro la fine di luglio. Le azioni oggetto del collocamento sono messe in vendita dalla lussemburghese Avio che attualmente detiene il 97,81% del capitale sociale della società. Il capitale di Avio è detenuto per il 50% da Siena Holdco, società controllata da fondi gestiti da Fortress Ivestment Group, e per il 50% da Verona Holdco, controllata da Eurocastle Investment Limited, società quotata su Euronext Amsterdam. Il numero complessivo di azioni oggetto del collocamento, in aggiunta ad altre condizioni rilevanti, sarà determinato in prossimità dell’avvio dell’operazione, nel cui contesto è inoltre prevista un’opzione greenshoe (possibilità di aumentare l’offerta per rispondere in modo adeguato alle richieste di titoli). A differenze dell’azionista Fortress, che investe direttamente in portafogli di crediti deteriorati, il servicer DoBank fornisce alle banche e agli investitori servizi di gestione delle sofferenze, anche attraverso una propria piattaforma di recupero. Dopo l’acquisizione, nel luglio 2016, del secondo servicer indipendente, Italfondiario, la società guidata da Andrea Mangoni e presieduta da Giovanni Castellaneta ha acquisito la leadership del settore con circa 81 miliardi di masse gestite.
Nell’ambito della quotazione, Citigroup, J.P. Morgan e UniCredit Corporate & Investment Banking agiscono in qualità di joint global coordinator. Rothschild Global Advisory è invece advisor finanziario di Avio e di DoBank.
La società è attualmente iscritta nel bilancio di Fortress a 540 milioni. La valutazione per il collocamento si aggira sui 650-750 milioni di euro. I ricavi lordi del gruppo al 31 dicembre 2016, pari a 206 milioni, sono costituiti per il 93% dall’attività di servicing, per il 4% dall’offerta dei prodotti ancillari (raccolta di informazioni sui debitori) e per il restante 3% dalle attività minori di natura bancaria.

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