domenica 28 agosto 2016

L'Europa vuole fregarci sui soldi ai danneggiati

Come in occasione di ogni terremoto che ha colpito l’Italia negli ultimi anni il governo ha provveduto a sospendere le tasse per i territori coinvolti. Finché dura la moratoria i contribuenti possono stare tranquilli. Dopo, però, sono dolori. I soldi all’erario, infatti, vanno restituiti. Anche se non tutti. Nei casi del terremoto del 1990 in Sicilia e delle inondazioni del 1994 del Nord Italia lo Stato aveva ridotto del 90% il debito contributivo e fiscale.

Stessa cosa per il sisma in Sicilia del 2002, dove però lo sconto è sceso al 50%, e per i terremoti di Umbria e Marce del 1997, Molise e Puglia del 2002 e Abruzzo del 2009, dove la riduzione è stata del 60%. Gli unici che hanno dovuto restituire per intero le tasse sospese dopo il sisma del maggio 2012  sono stati gli emiliani. A metterci lo zampino, manco a dirlo, è stata l’Europa.  Nell’ottobre del 2012 la Ue ha infatti avviato un’indagine proprio sugli sconti fiscali concessi ai contribuenti. In particolare a quelli destinati alle imprese. Le normative comunitarie permettono il compensamento dei danni dovuti a disastri naturali, ma vietano misure che possano indebitamente distorcere la normale concorrenza all’interno del mercato unico, come  facilitazioni che vadano oltre il riequilibrio dell’effettivo danno subito. In questo caso le agevolazioni diventano aiuti di Stato.

E tali, tranne quelle concesse per le inondazioni del 1994, sono stati consideranti gli sconti alle imprese varati dai governi dopo i terremoti, essendo tutti legati alla sede legale dell’azienda e non al danno subito. Così, il 14 agosto del 2015, la Ue ha deciso che lo Stato deve recuperare le somme perse. Una beffa che, per questioni tecniche, si è abbattuta solo sulle imprese abruzzesi. Non essendoci infatti l’obbligo di tenere i registri contabili per più di dieci anni negli altri casi non sarebbe possibile determinare l’entità della restituzione. Il contenzioso è ancora aperto, ma nel mirino ci sono 3585 aziende che hanno beneficiato di 103 milioni di minori tasse e 17.493 partite Iva che dovrebbero restituire 75,2 milioni di euro.
L’Europa toglie, ma non dà. Esigentissima nel far rispettare le leggi sugli aiuti di Stato Bruxelles lo è anche nel controllare le erogazioni del Fondo di solidarietà, il cui intervento dal 2014 è stato ridotto ad una soglia massima di 354 milioni (rispetto ai 494 dell’Abruzzo e ai 670 dell’Emilia). Non solo. I soldi vengono erogati in base alla gravità del sisma, che viene calcolato non in base al numero dei morti, ma ai danni subiti.

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