sabato 20 agosto 2016

Mediaset vuole 50 milioni al mese da Bollorè

Sale di intensità il duello tra Mediaset e Vivendi per Premium. Il gruppo del Biscione ha depositato in Tribunale l’atto di citazione per il mancato rispetto del contratto, chiedendo 50 milioni di euro per ogni mese di ritardo nell’adempimento. E Fininvest, secondo fonrti vicine alla holding dei Berlusconi, farà lo stesso la prossima settimana.

L’azione legale era stata già annunciata dal cda di fine luglio, che aveva dato mandato agli amministratori di «adottare tutte le opportune azioni finalizzate a ottenere l’adempimento del contratto da parte di Vivendi e, in caso di inerzia, di agire in sede civile ed eventualmente anche penale a tutela degli interessi della società». Una decisione presa qualche giorno più tardi anche dal consiglio della controllante Fininvest. Che lo scontro finisse in tribunale così rapidamente, però, non era così scontato.
Malgrado l’assenza di trattative ufficiali durante la pausa agostana, fino a ieri tutti erano convinti che nessuna accelerazione ci sarebbe stata prima del cda di Vivendi convocato per giovedì prossimo. Occasione in cui Vincent Bollorè, pur essendo il proprietario del gruppo, sarà costretto a confrontarsi anche con le posizioni degli altri soci di minoranza e a prendere una posizione ufficiale dopo settimane di schermaglie e polemiche a distanza.

L’atto depositato ieri, come più volte anticipato dai vertici del gruppo, non riguarda il risarcimento dei danni, ma «l’effettiva esecuzione del contratto vincolante concluso tra le parti l’8 aprile 2016», che prevedeva il passaggio del 100% di Premium a Vivendi e uno scambio di pacchetti del 3,5% tra i due gruppi. La domanda giudiziale è infatti «finalizzata ad ottenere l’applicazione «coattiva» dell’accordo per ordine del giudice. Accanto a questo, però, Mediaset chiede anche la restituzione dei soldi persi per il rtardo. Che ammontano a 50 milioni per ogni mese, a partire dal 25 luglio. Cosa ben diversa, si legge in una nota, dal «grave danno complessivo che la risoluzione del contratto comporterebbe». Un danno che Mediaset quantifica in 1,5 miliardi di euro.

Il cambio di passo del gruppo sembra rendere pìù complicata l’ipotesi, finora accreditata, della possibilità di una rinegoziazione dell’intesa su basi diverse. Due si ritenevano gli scenari possibili dopo la controproposta di Bollorè di acquisire solo il 20% di Premium e di salire in tre anni al 15% di Mediaset. Uno, sostenuto anche dagli analisti di Mediobanca, prevedeva un controllo paritetico di Vivendi e il Biscione della pay tv, in modo da poterla portare in dote alla piattaforma europea che i francesi stavano progettando. Un quadro non troppo conveniente per Mediaset. L’alternativa sarebbe quella di permettere a Bollorè di acquisire più del 3,5% del gruppo, ma non fino al 15%, in modo da mantenere il controllo da parte di Fininvest. Ma vista la situazione l’opzione di far entrare il nemico in casa sembra ora poco percorribile. Come dice il comunicato diffuso dalla società della famiglia Berlusconi, tutte le proposte di accordi diversi dal contratto in essere sono «fantasiose e dilatorie». Questo non esclude che alla fine l’intesa non si trovi. Ma la scelta di anticipare l’azione giudiziaria rispetto alla scadenza del cda di Vivendi dimostra che dalle parti di Cologno Monzese non si accontenteranno di un compromesso al ribasso.

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