venerdì 29 maggio 2009

Le ceneri della Opel sempre più costose

General Motors non ha richiesto ulteriori 350 milioni di euro per Opel. A sciogliere il giallo con cui si è conclusa la lunghissima maratona notturna tra i pretendenti e il governo tedesco terminata alle 5 di ieri mattina è sceso direttamente in campo Firtz Henderson. In un’intervista a Bloomberg l’amministratore delegato di Gm ha precisato che le necessità di Opel restano 1,5 miliardi di euro. In altre parole, non c’è stato alcun rilancio: la richiesta è invariata. Il fraintendimento, però, c’è stato. Gm vuole 450 milioni di euro di pagamento anticipato, mentre il governo tedesco pensava che ne fossero necessari inizialmente solo 100 milioni. «Ci assumiamo la responsabilità della confusione che questo può aver causato», ha spiegato Henderson. «Stiamo cercando di trovare un terreno comune in Europea in quella che è chiaramente una situazione tesa».
Sbaglio o no, la questione non è di poco conto. Anzi, sembra che lo stallo delle trattative sia dovuto proprio alla corposa richiesta di liquidità avanzata da Gm, ben più alta di quella che il governo federale e i quattro Laender che ospitano gli impianti della Opel erano disposti a sborsare sotto forma di prestito ponte. I fondi servirebbero a tenere in vita la controllata europea di Gm finché non si troverà una soluzione definitiva. In ogni caso, i soldi dovranno essere restituiti allo Stato dall’acquirente. È in questo contesto che si inserisce l’offerta dei concessionari del marchio tedesco, che ieri hanno ribadito la loro disponibilità a stanziare 500 milioni di euro per salvare la società.
Ma una delle poche certezze raggiunte nelle trattative fiume è che a giocare la partita sono rimasti in due. Fiat e Magna. Oggi ci sarà un nuovo giro di incontri. Il Lingotto e il produttore di componenti d’auto austro-canadese dovrebbero presentarsi all’appuntamento con i piani rielaborati anche alla luce della nuova richiesta di liquidità. Entrambi i contendenti sarebbero comunque disposti ad andare avanti e a coprire il buco. L’amministratore delegato della Magna, Siegfrid Wolf, lo ha dichiarato apertamente al quotidiano Rheinische Post.
Ma sulla strada dell’operazione Opel non c’è solo il nodo liquidità. Un altro macigno è arrivato ieri dalla Commissione Ue. Le regole europee sugli aiuti di Stato «vanno pienamente rispettate» da tutti, anche per quel che riguarda il settore automobilistico. Lo ha ribadito il portavoce della commissaria alla concorrenza, Neelie Kroes, alla vigilia dell’incontro a Bruxelles con i ministri dell’Industria europei, che oggi affronteranno la questione Opel e più in generale la situazione di Gm Europe. «Obiettivo della riunione», ha spiegato il portavoce del commissario Ue all’industria, Gunter Verheugen, «è quello di procedere ad uno scambio di informazioni e di coordinare gli eventuali interventi». Non parteciperanno all’incontro, comunque, i rappresentanti di Gm.
Joahnnes Laitenberger, portavoce dell’esecutivo europeo, ha sottolineato che «la riunione non è l’inizio di un processo, ma la continuazione di un processo, con la Commissione Ue che è sempre stata in contatto con le parti interessate». Opinione non condivisa dal sottosegretario tedesco all’Economia, Peter Hintexe, che ieri da Bruxelles si è detto «dispiaciuto che Verhuegen non abbia concordato l’incontro con il governo di Berlino». Nel mirino anche la britannica Vauxhall, che come Opel e Saab fa parte del gruppo Gm, e che ha fatto richiesta di aiuti. «Siamo in contatto con le autorità britanniche e al momento», ha detto il portavoce di Neelie Kroes, «e non abbiamo ragioni per pensare che si vogliano violare le regole europee sulla concorrenza».

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