martedì 19 maggio 2009

Fantozzi addio, il fannullone va in galera

Chi pensava che Renato Brunetta avesse abbassato la guardia dovrà ricredersi. Archiviata la class action, sono arrivate le manette. Per i fannulloni della Pa si prevedono tempi duri. E qualcuno forse rimpiangerà le cause collettive, che si sarebbero limitate a garantire il ripristino del servizio fornito. Tutt’altra, adesso, la musica. Chi fa il furbo rischia di finire dritto dietro le sbarre, fino a cinque anni. Il nuovo decreto legislativo sul pubblico impiego è fresco di stampa e di autorizzazioni, arrivate ieri dalla Ragioneria generale dello Stato. Basta una rapida occhiata al nuovo testo per capire che il ministro ha dovuto cedere alle pressioni del collega Giulio Tremonti sui ricorsi di massa, ma non è indietreggiato di una virgola sulla linea dura nei confronti degli assenteisti. Il riferimento alle sanzioni di carattere penale, infatti, era già contenuto nella prima versione del decreto. E malgrado le proteste dei sindacati, Brunetta è andato avanti per la sua strada.
Le nuove norme volute dal titolare della Funzione pubblica per dichiarare guerra alle inefficienze della Pa sono contenute nell’ultima parte del testo. Al Capo V, articolo 67, dove si ridisegnano le sanzioni disciplinari previste dal decreto legislativo n. 165 del 2001. Nel dettaglio, l’articolo 55 quinquies prevede che oltre al licenziamento su due piedi e al risarcimento del danno «il lavoratore dipendente di una pubblica amministrazione che attesta falsamente la propria presenza in servizio, mediante l’alterazione dei sistemi di rilevamento della presenza o con altre modalità fraudolente, ovvero giustifica l’assenza del servizio mediante una certificazione falsa o falsamente attestante uno stato di malattia è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da euro 400 ad euro 1.600».
Il deterrente dovrebbe scoraggiare anche i fannulloni più impenitenti. La galera, infatti, non scatta solo nel caso di falsificazioni di atti pubblici, come nel caso dei certificati medici, ma in presenza di qualsiasi “modalità fraudolenta” con cui l’impiegato cerca di fare fesso lo Stato. Non solo. La medesima pena prevista per il ”fannullone” si applicherà anche «al medico e a chiunque altro concorre nella commissione del delitto». Se il testo passa, trovare il Fantozzi di turno, costretto a muovere le sagome dell’intero reparto per garantire un po’ di relax ai colleghi, non sarà più così facile.

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