venerdì 18 novembre 2016

Renzi boccia il bilancio Ue. Ma per ora sono solo parole

Sarà pure, come sostengono molti, una mossa finalizzata ad ottenere consensi in vista del voto referendario o, forse, a strappare maggiori concessioni sulla legge di bilancio. Sta di fatto che Matteo Renzi ha assestato due colpi all’Unione europea nel giro di una manciata di giorni. Dopo la «riserva» posta martedì scorso alla revisione di metà periodo del bilancio pluriennale comunitario 2014-2020 (che per ora ha congelato il dossier, essendo richiesta l’unanimità), la notte scorsa l’Italia si è per la prima volta astenuta sul bilancio Ue per il 2017.

La posizione, in questo caso, non ha avuto conseguenze dirette. Il vertice informale tra i rappresentanti dei 28 capi di Stato riuniti nel Consiglio europeo, la Commissione Ue e il Parlamento ha comunque dato il via libera al documento, che ora dovrà essere  sottoposto in via ufficiale agli stati membri per l’approvazione definitiva. Per ora, insomma, un «no» netto alle politiche dell’Unione ancora non c’è stato. Ma l’intenzione, almeno a parole, è quella di mostrare muscoli. Nel prossimo bilancio Ue, ha avvertito Renzi, snobbando il rinvio del verdetto sulla manovra («consuetudine»), «siamo pronti a ogni tipo di intervento, fino al veto. Non vogliamo fare gli egoisti: siamo pronti a fare la nostra parte, ma chiediamo all’Europa più attenzione su crescita e migranti».

Un po’ di attenzione alle richieste dell’Italia, in realtà, c’è stata. Il compromesso finale presentato dalla presidenza slovacca ha, ad esempio, accolto le proposte del governo sul finanziamento aggiuntivo (700 milioni) dei programmi Erasmus (2,1 miliardi, +19%), Horizon 2020 e Iniziativa giovani. Anche all’immigrazione, nell’ambito di un bilancio da 157,88 miliardi di impegni e 134,49 di pagamenti, sono state dedicate l’11,3% di risorse in più rispetto al 2016, a quota 5,91 miliardi. Il fondo del Piano Juncker avrà impegni per 2,7 miliardi, il 25% in più. Mentre 21,3 miliardi, in aumento del 12%, sono stati destinati alle iniziative per la crescita e la creazione di nuovi posti di lavoro. Il bilancio include anche 500 milioni per l’occupazione giovanile. E un altro mezzo miliardo per produttori di latte e addetti al bestiame. I miglioramenti, hanno spiegato fonti della diplomazia italiana, «vanno nella direzione voluta», ma «non sono sufficienti». Forti critiche sono arrivate per la riduzione degli impegni a favore dei Paesi mediterranei, scesi a 332 milioni dai 340 inizialmente previsti. E per il rinvio temporaneo, per mancanza di base giuridica, del finanziamento di 250 milioni del Fondo per lo sviluppo sostenibile.
«Vogliamo spingere l’Unione europea verso una coerenza necessaria», e in dicembre si valuterà «se confermare la nostra posizione, che oggi rimane la stessa», ha spiegato il sottosegretario con delega alle politiche Ue, Sandro Gozi. Più netto Renzi: «L’Europa deve rendersi conto che serve un cambiamento. L’immobilismo è impossibile, oltre che pericoloso».

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