domenica 5 agosto 2012

Eeffetto Monti: più tasse, meno vacanze

Poveri, indebitati e tartassati. C’è poco da stupirsi se, come ha rivelato ieri Federalberghi, 6 italiani su 10 resteranno a casa per le ferie. C’è, semmai, da chiedersi come faranno gli altri 4 ad andare in vacanza, considerata la spremitura fiscale a cui il governo da oltre un anno ha sottoposto il Paese.

 L’ultima stangata è contenuta nell’apparentemente innocuo decreto sulla spending review. Nel provvedimento con cui l’esecutivo intende sforbiciare la spesa pubblica ci sono, infatti, ben nascosti, circa 1,9 miliardi di nuove tasse. A svelare l’ennesima inghippo dei professori è stata ieri Confesercenti, che ha calcolato quanto costerà agli italiani l’emendamento che permette alle otto regioni in deficit sanitario di anticipare al gennaio 2013 l’aumento dello 0,6% dell’addizionale Irpef previsto per il 2014. La nuova stretta sui tributi locali, che si aggiunge ad aumenti delle imposte regionali negli ultimi mesi che sfiorano quota 6 miliardi, riguarderà circa 18 milioni di residenti in Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Sicilia e Calabria.
L’austerity infinita imposta dal governo Monti andrà a peggiorare una situazione già pesantemente compromessa. Stando a quanto rivelato sempre ieri dalla Cgia di Mestre, alla fine del 2011 ogni famiglia italiana avrebbe infatti accumulato in media oltre 20mila euro di debito. Una cifra che è cresciuta considerevolemente negli ultimi anni. Solo nel 2011 l’aumento medio dei debiti delle famiglie è cresciuto di 911 euro, mentre dal 2009 l’incremento è stato del 33,4%.

Il rischio adesso, considerata la stretta del credito da parte delle banche e l’assottigliamento del reddito provocato dalla recessione e dalle stangate fiscali, è che per molti si possa aprire la strada del finanziamento illegale. «In Italia», ha detto il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi,  «esiste un ampio mercato del prestito informale che non transita per i canali ufficiali. Vista la forte contrazione degli impieghi bancari avvenuta in questi ultimi anni, non è da escludere che questo fenomeno sia in espansione, con il pericolo che la piaga dell’usura si diffonda a macchia d’olio».

È in questo scenario che si inserisce l’allarme lanciato da Federalberghi, che ieri ha tracciato un primo bilancio del cattivo andamento della stagione estiva. Secondo l’associazione guidata da Bernabò Bocca, le strutture turistiche stanno registrando rispetto allo scorso anno un calo delle presenze del 18,9% e del giro d’affari del 22%. «A memoria statistica», ha detto il presidente di federalberghi, «non si era mai visto un calo così generalizzato e devastante». Solo ad agosto le partenze sono previste in diminuzione del 29,5%, con 15,4 milioni di cittadini che si sposteranno contro i 21,9 dell’anno scorso. Complessivamente, spiegano da Federalberghi, quasi 6 italiani su 10 rimarranno a casa durante i mesi estivi. E tra questi aumenta il numero di coloro che non faranno vacanze per motivi economici. La percentuale quest’anno si impenna al 51,6% (rispetto al 42,8% del 2011), portando ben 3 italiani su 10 a dichiarare la propria «povertà turistica».
Per chi troverà i soldi per mettersi in viaggio è, infine, in agguato l’ennesimo salasso. Secondo il Codacons tra aumenti della benzina e del gasolio gli 11,5 milioni di cittadini che ad agosto si muoveranno tra strade e autostrade, dovranno mettere in conto una maxi-stangata da complessivi 388 milioni di euro. Buone vacanze.

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