lunedì 29 giugno 2009

Ultimatum dell'Europa sulle pensioni

Per Renato Brunetta e Mara Carfagna è un’opportunità per le donne, per Giulio Tremonti lo è per i conti pubblici. Per Silvio Berlusconi, più semplicemente, non lo è affatto. Una cosa è certa: l’innalzamento dell’età pensionabile per le statali s’ha da fare. Ieri la Ue ha aperto ufficialmente la procedura d’infrazione contro l’Italia e fare finta di niente sarebbe, oltre che inutile, anche oneroso. Dopo il prossimo, e ultimo, avvertimento scatterebbero infatti le sanzioni: circa 500 milioni più una penalità per ogni giorno di ritardo. Sui tempi e i modi della riforma, però, tutto è ancora da definire.La questione è stata discussa anche al preconsiglio di ieri sera nel tentativo di ricomporre le divergenze in tempo per il Consiglio dei ministri di oggi. Da una parte c’è chi, come i ministri della Funzione pubblica e delle Pari opportunità, Brunetta e Carfagna, vorrebbe procedere in fretta all’equiparazione dell’età pensionabile a 65 anni per uomini e donne, destinando le risorse risparmiate al welfare femminile. Dall’altra c’è chi, come Tremonti, non smania per la riforma, ma chiede comunque che i risparmi vengano utilizzati per dare ossigeno ai conti pubblici. Le stime parlano di circa 2,5 miliardi nell’arco di 7-10 anni. Soldi che andrebbero a limare quella che l’Ocse ha indicato come la spesa previdenziale più alta (il 14% del pil) dei Paesi industrializzati. Per Brunetta l’obiettivo è a portata di mano. Il ministro dice di avere già in tasca la soluzione, aumento graduale dell’età pensionabile di un anno ogni 24 mesi, da inserire nel decreto anti-crisi oggi all’esame di Palazzo Chigi. Diversa l’opinione del premier, che si è detto disposto a discuterne, aggiungendo, però, che «in un momento di crisi sembra fuori tempo intervenire in questa direzione». Posizione che potrebbe far incanalare la riforma verso un più innocuo ddl, da far viaggiare poi con molta calma alle Camere. A premere, invece, per un intervento immediato, oltre alla Confindustria, è anche la Corte dei Conti, che ieri ha parlato di «occasione propizia» per mettere finalmente mano alle pensioni. Anche in Parlamento c’è chi scalpita. Come la senatrice del Pdl, Cinzia Bonfrisco, che qualche mese fa si era battuta per il recepimento della norma Ue. Alla Camera la battaglia è portata avanti da Giuliano Cazzola e Benedetto Della Vedova, che hanno già presentato un emendamento sblocca-pensioni alla comunitaria 2009. Anche i due parlamentari del Pdl ritengono necessario utilizzare le risorse risparmiate per finanziare misure a sostegno delle lavoratrici.

libero-news.it