lunedì 22 giugno 2009

Alle piccole imprese prestiti col contagocce

E pensare che quando le banche continuavano a ripetere che non avevano messo in atto alcuna stretta del credito, nessuno voleva credergli. Invece, era tutto vero. Tecnicamente, gli istituti non hanno diminuito le erogazioni. Hanno semplicemente tagliato fuori dalla lista le piccole e medie imprese. A svelare la dinamica perversa che sta soffocando le Pmi è la Federazione degli Artigiani di Mestre, che si è presa il disturbo di fare due controlli sui comportamenti delle banche italiane. Ebbene, dall’indagine è emerso che il 78% dei prestiti va a finire nelle casse del 10% dei richiedenti. In altre parole alle grandi imprese. Il restante 22% è invece stato diviso scrupolosamente tra famiglie, lavoratori autonomi e piccoli imprenditori, che rappresentano il 90% della clientela.
Nel dettaglio, la Cgia rivela che al 31 dicembre 2008 i finanziamenti complessivi erogati dalle banche italiane erano 1.304,9 miliardi. Di questi il 77,9% - in valore assoluto pari a 1.015,9 miliardi - è stato concesso ai pochi grandi gruppi presenti nel Paese, vale a dire il 10% degli affidati. Il restante 90% ha ricevuto solo le briciole: 289 miliardi, pari al 22,1% del totale dell’ammontare erogato.
Sarebbe sbagliato, ovviamente, balzare subito alle conclusioni. Ci sarà pure un motivo che spieghi la strategia delle banche. La Stessa Cgia ammette che «tutto lascerebbe pensare che ciò è dovuto al fatto che i pochi clienti privilegiati sono degli ottimi pagatori mentre gli altri non lo sono». Enigma risolto? Manco per il cavolo. La quota di sofferenze in capo al 10% dei maggiori affidati ha raggiunto, sempre al 31 dicembre 2008, una media nazionale del 76,8%. L’altro 90% dei clienti degli istituti di credito, invece, non ha restituito i prestiti nei tempi stabiliti solo nel 23,2% dei casi. La realtà, spiega la Cgia, è che ci troviamo di fronte ad «un’anomalia tutta italiana, che mette in evidenza come il sistema bancario italiano premia i grandi, che hanno un maggiore potere contrattuale, a scapito dei più piccoli». A questi ultimi vengono, infatti, «richiesti rientri in tempi rapidissimi e spesso non giustificati per far fronte alle difficoltà generate dai grandi affidati».
In vetta alla graduatoria degli istituti che prestano denaro solo alle grandi imprese c’è Milano dove l’89,2% dei finanziamenti, pari a 263,8 miliardi, è destinato alle realtà produttive maggiori. Seguono Roma (86,5% con 157,9 miliardi), Bologna (85,2%, 47,7) e Biella (81,5%, 4,1). Fanalino di coda in questa speciale classifica è Taranto con solo il 53,1% dei prestiti concessi al primo 10% di affidati. Per quanto concerne le sofferenze in capo ai grandi affidati, prosegue la Cgia di Mestre, l’importo da addebitare nello stesso periodo considerato è stato di 40,9 miliardi, pari al 76,8% del totale nazionale. Matera, con una percentuale dell'86,1%, guida la graduatoria. Seguono Biella con 85,2%, Pescara con 84,2%, Roma con 84%.

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