lunedì 23 aprile 2018

M5S comincia a cedere: sì alla flat tax di Salvini

Il patto della flat tax. A poche ore dalla scadenza del periodo di “riflessione” che il Capo dello Stato si è concesso prima di decidere i prossimi passi, quel segnale che Sergio Mattarella aspettava potrebbe essere arrivato. Un segnale sui contenuti, che segue e rafforza le dichiarazioni di Luigi Di Maio sulla «affidabilità» di Matteo Salvini e apre, per la prima volta, uno spiraglio concreto sulla possibilità di un’intesa tra il Carroccio e i pentastellati. Al centro della convergenza c’è il taglio delle tasse. Un tema troppo caro al leader leghista e all’intera coalizione di centrodestra per pensare che il battibecco a distanza tra il senatore Nicola Morra, vicino al grillino Roberto Fico, e il capogruppo M5S, Danilo Toninelli, sia casuale ed estemporaneo. «La tassa unica dimentica i poveri», ha detto il primo, replicando all’ennesimo proclama di Salvini sulla bontà della flat tax. «Se c’è un meccanismo per cui la flat tax è costituzionale e non svantaggia i poveri, noi siamo d’accordo», lo ha zittito a stretto giro il secondo.

Certo, c’è ancora da risolvere il nodo Berlusconi. Il Cavaliere è tornato ieri ad attaccare i grillini, definendoli «immaturi e arroganti». Ma ha anche ribadito la sua fiducia in Salvini. E l’apertura sulla flat tax è una mossa che potrebbe mettere in difficoltà il leader di Forza Italia. Come potrebbe l’ex premier osteggiare un esecutivo che promette di mettere in pratica quello che è da sempre il suo cavallo di battaglia?
L’ipotesi di un incarico al presidente della Camera è ancora sul tavolo. Ma la scudisciata di Toninelli al «fichiano» Morra è un elemento di cui lo stesso Mattarella non potrà non tenere conto. Con tutta probabilità l’eventuale mandato prevederà un’esplorazione ad ampio raggio, non limitata dunque a quel Pd la cui indisponibilità ad un accordo con i grillini, nel frattempo, scricchiola sempre più.
Prima di muoversi, però, il capo dello Stato vuole risposte chiare da Di Maio e Salvini. A due mesi dalle elezioni il Quirinale si aspetta al più presto una «assunzione di responsabilità». E Mattarella resta convinto che a farlo dovrebbero essere proprio chi si proclama vincitore delle elezioni. È in quella direzione, quindi, che proseguirà il pressing nelle prossimo ore e, forse, nei prossimi giorni.
Tra gli scenari possibili c’è anche quello, auspicato dal Colle, di un tavolo di confronto alla luce del sole su un potenziale programma di governo. Operazione che potrebbe partire proprio dalla flat tax e permetterebbe alla Lega di costringere Forza Italia ad una scelta.
Il problema è il tempo. Per Mattarella è già scaduto. I due leader, invece, non hanno fretta. «Ci giochiamo il governo per i prossimi 5 anni», ha detto ieri Salvini, «anche se fossero necessari 2 o 3 giorni in più, l’importante è non sbagliare». Che qualcosa potrebbe accadere già nelle prossime ore, però, non è affatto escluso. «A maggio», ha aggiunto, «spero di essere premier».

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