domenica 22 aprile 2018

Patrimoniale? Ne abbiamo già 14. E ci costano 45,5 miliardi l'anno

All’Italia serve una patrimoniale. Gli organismi internazionali non smettono di dircelo. Lo ripete incessantemente la Commissione europea, ce lo ricorda l’Ocse, lo ribadisce l’Fmi. Peccato che la patrimoniale in Italia ci sia già. Anzi, ce ne sono addirittura 14. E il conto per i contribuenti non smette mai di crescere.
Secondo le rilevazioni effettuate dalla Cgia di Mestre, in poco più di 25 anni l’incidenza sul Pil delle imposte sulla proprietà è letteralmente raddoppiata, mentre in termini assoluti il gettito è aumentato di cinque volte.

Nel 2016 (ultimo anno disponibile con dati aggiornati), malgrado l’abolizione della Tasi sull’abitazione principale abbia lievemente alleggerito il colpo, gli italiani hanno versato al fisco la bellezza di 45,4 miliardi di euro.
Una somma lievitata con rapidità impressionante. Dal 1990 il salasso è aumentato di circa 35 miliardi, mentre rispetto ai 31 miliardi incassati dall’erario nel 2010 l’incremento è di poco meno di 15 miliardi.
A fare la parte del leone, manco a dirlo, i balzelli sulla casa. «Le due imposte che gravano sulle abitazioni e sugli immobili ad uso produttivo e commerciale, cioè Tasi e Imu», ha spiegato il coordinatore dell’Ufficio studi, Paolo Zabeo, «garantiscono quasi la metà del gettito complessivo». Da queste due voci nel 2016 Stato e Comuni hanno incassato 21,2 miliardi di euro. Seguono l’imposta di bollo (6,8 miliardi), il bollo auto (6,6) e l’imposta di registro (5,1).
L’andamento del gettito delle imposte patrimoniali ha seguito una curva ascendente quasi costante, con alcuni balzi all’istituzione o l’abolizione di alcuni tributi: nel 1992 il gettito è salito di 7 miliardi, passando dagli 11,2 del 1991 ad 18,3 mld (+63%). A provocare l’impennata, l’introduzione di prelievi straordinari di carattere patrimoniale sulla ricchezza finanziaria, sugli immobili e su alcuni beni di lusso. Nel 1993 il bottino è aumentato di altri 4,8 miliardi per effetto della sostituzione dell’Isi con l’Ici.
Nel 2008 l’abolizione del balzello sulla prima casa ha provocato una calo del gettito, ma a pareggiare il conto, con gli interessi, ci ha pensato nel 2012 il Salva Italia di Mario Monti, che ha inasprito la tassazione patrimoniale, inserendo diverse forme di prelievo: dall’Imu sugli immobili ai prelievi che hanno interessato i beni di lusso, fino all’applicazione dell’imposta proporzionale di bollo sulle disponibilità finanziarie. Nel 2016 il gettito delle imposte patrimoniali è stato limato dall’abolizione della Tasi sulla casa principale. Il saldo finale nell’arco di 25 anni segna comunque +35 miliardi a favore dello Stato. Una somma che, evidentemente, i grandi tributaristi internazionali ritengono troppo esigua.

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