giovedì 2 febbraio 2017

Padoan risponde alla Ue: aumenteremo le accise (e l'Iva)

L’Italia ha fatto i compiti a casa. Niente manovra correttiva e niente nuove tasse. Per ora. Ma dietro l’angolo è già pronta la stangata. «Nell’ambito del lavoro di definizione della politica economica di medio periodo, e quindi in vista del Def, il governo prenderà tra l’altro provvedimenti di contrasto all’evasione fiscale in continuità con quelli già adottati nel recente passato, estendendone la portata, e di riduzione della spesa».

È questa, secondo quanto si legge sul sito del Mef, la linea adottata dal governo nella missiva di risposta alle richieste della Ue, inviata ieri a Bruxelles. La lettera, di due pagine, è corredata dal Rapporto sui fattori rilevanti che influenzano la dinamica del debito. E alla luce di tali fattori, secondo il ministero dell’Economia, «i risultati raggiunti possono essere considerati più che soddisfacenti».
La virtuale stabilizzazione del rapporto debito/pil, scrive Pier Carlo Padoan, «è un significativo risultato, considerata la persistenza delle pressioni deflazionistiche e la alta volatilità dei mercati finanziari». Il governo rivendica poi di aver mantenuto dal 2014 l’asticella del deficit sotto il 3%, provvedendo allo stesso tempo al sostegno dell’economia e della disoccupazione.
Ed è su questa strada che Padoan intende proseguire. Un ritmo di aggiustamento «eccessivamente accelerato», è la tesi del governo, «danneggerebbe l’economia in un momento di accresciuta incertezza geopolitica ed economica a livello globale». Quanto alle spese per il terremoto, «allo stato attuale il governo non può stimare con esattezza l’impatto sulle finanze pubbliche, ma sarà probabilmente molto superiore a 1 miliardo già nel 2017».
Una correzione, però, ci sarà. Un quarto arriverà da tagli alla spesa e il resto da aumenti di entrate. E  le risorse saranno recuperate anche attraverso «possibili interventi su una o più categorie di accise e sulla tassazione indiretta». Il che, al di là delle rassicurazioni del governo, significa nuovi aumenti di benzina e Iva.

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