Tanto per alleggerire un altro po’ le tasche dei contribuenti, dal primo gennaio anche le bollette saranno più salate. A comunicarlo è stata ieri l’Autorità per l’energia ed il gas, spiegando che per l’elettricità ci sarà un incremento dello 0,9%, mentre per il gas l’aumento sarà ben più consistente, del 4,7%.
Considerando alcune diminuzioni intervenute nel corso del 2016, l’authority calcola che gli utenti potranno ancora godere di piccoli risparmi rispetto al passato. Per la famiglia tipo che utilizza il servizio di maggior tutela (le tariffe regolamentate non valgono per il mercato libero) la spesa per la luce al lordo delle tasse (che valgono il 13% per l’elettricità e il 38% per il gas) nei 12 mesi presi a riferimento sarà di 498 euro, con una variazione dell’1,5% (circa 8 euro). Mentre per il gas si spenderanno 1.022 euro, in calo del 6,5% rispetto ai 12 mesi precedenti (circa 71 euro). Il problema è che il conteggio viene fatto sull’anno «scorrevole» che scade con il trimestre in corso, quindi dal 1 aprile 2016 al 31 marzo 2017. È facile immaginare che nei mesi successivi, se il trend non si invertirà, i risparmi si assottiglieranno fino a diventare rincari.
A far lievitare i prezzi sono infatti dinamiche che potrebbero non interrompersi così rapidamente. I costi di acquisto dell’energia elettrica, spiega l’authority, «riflettono le attese al rialzo per il primo trimestre del 2017 che incorporano le recenti tensioni sui mercati spot d’oltralpe innescate dalla riduzione delle produzione nucleare francese». Stesso discorso per la variazione nel gas, quasi esclusivamente legata all’aumento della materia prima, seppure in una proiezione di maggiori consumi legati al periodo invernale.
Accanti ai rincari, però, dal primo gennaio arriveranno anche alcune novità che dovrebbero, almeno nelle intenzioni dell’Autorità guidata da Pietro Bordoni, tutelare maggiormente i consumatori. Intanto, verrà intensificatol’uso dell’autolettura, con la definizione di una finestra temporale all’interno della quale i clienti potranno comunicarla e l’obbligo per il venditore di prenderla in carico e trasmetterla al distributore entro 4 giorni per la validazione. L’obiettivo è di ridurre all’osso le fatture con i consumi stimati a favore di quelli effettivi, anche per contrastare il fenomeno devastante dei conguagli. Nella stessa ottica rientrano gli obblighi di fatturazione in capo agli operatori. Le bollette di luce e gas dovranno essere emesse entro e non oltre 45 giorni solari dall’ultimo consumo fatturato. Se tale termine viene superato il fornitore dovrà riconoscere automaticamente al cliente un indennizzo crescente da 6 a 60 euro in base ai giorni di ritardo.
Le nuove regole ampliano anche l’obbligo di rateizzazione a carico del fornitore nei casi di fatture con importi anomali e di mancato rispetto, anche solo episodico, della periodicità di fatturazione. La possibilità sarà estesa anche ai clienti del mercato libero, a cui finora era preclusa.
Più tecnica, e da verificare nell’impatto finale sui consumatori, sarà la riforma della tariffa residenziale, che dal prossimo gennaio giunge a compimento. Finita la transizione graduale voluta dall’authority, dal 2017 per la sola tariffa di rete degli utenti domestici sarà soppressa la vecchia differenziazione tra tariffa D2 (residenti fino a 3 kW) e D3 (residenti con più di 3 kW e non residenti), che ha finora alimentato un complicato sistema di sussidi incrociati. La doppia tariffa verrà, però, mantenuta per gli oneri generali di sistema, prevedendo l’apllicazione di una quota fissa per i non residenti.
L’ultima novità riguarda l’introduzione sperimentale dell’offerta standardizzata. Per la fornitura di elettricità famiglie e pmi potranno scegliere la Tutela Smile, il nuovo meccanismo transitorio istituito dall’authority che permette di accedere ad un’offerta di mercato libero che avrà una struttura contrattuale omogenea indicata dallo stesso regolatore e una sola differenziazione di prezzo, pari a quello della maggior tutela scontato dal bonusm una tantum che i diversi operatori hanno proposto. Si tratta di un modo per favorire il passaggio al mercato fino ad ora reso ostico da una giungla tariffaria dove poco è equiparabile e quasi nulla comprensibile.
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