giovedì 21 luglio 2016

Vietato aumentare le bollette. Per ora

Non bastavano le piazze finanziarie. Ora gli speculatori imperversano anche nel mercato elettrico. Provocando innalzamenti dei costi che vengono poi scaricati sulle bollette degli utenti. I giochini dei grossisti per ottenere extra profitti sulla compravendita di energia sono finiti ieri nel mirino del Tar della Lombardia, che, accogliendo un ricorso del Codacons, ha sospeso in via cautelare l’aumento della luce scattato il primo luglio.

Per capire che gli incrementi annunciati lo scorso 28 giugno fossero un po’ bizzarri, dopo mesi di crollo delle materie prime, non ci voleva un genio. La stessa authority dell’energia, nel comunicare il rialzo del 4,3% per l’elettricità (+1,9% il gas), spiegava che la dinamica del terzo trimestre dell’anno era dovuta «sostanzialmente all’incremento della componente di approvvigionamento, che risente in parte delle stime riviste al rialzo per i costi di acquisto della materia prima nel secondo trimestre, ma soprattutto della significativa crescita dei costi di dispacciamento». A far lievitare i prezzi, sempre secondo l’autorità presieduta da Guido Bordoni, sarebbero state le «criticità emerse negli ultimi mesi in alcune aree del paese, riconducibili a strategie anomale adottatate da diversi operatori sul mercato all’ingrosso dell’energia». Strategie che hanno portato «ad un rilevante aggravio di costi per il sistema e ad una alterazione del normale meccanismo di formazione dei prezzi nei mercati». A quantificare l’aggravio ci ha pensato il 13 luglio il commissario dell’Authority, Alberto Biancardi, durante un’audizione al Senato. A fronte di un calo del mercato di circa 1,8 miliardi, ha spiegato, nel primo semestre del 2016 i costi del dispacciamento hanno registrato «un aumento consistente di 745 milioni» rispetto al 2015.

La denuncia è chiara. E l’allarme concreto. Al punto che qualche giorno prima di comunicare gli aumenti, il 24 giugno 2016, con la delibera 342/2016/E/eel, l’organismo di controllo ha avviato un procedimento ufficiale per «intimare la cessazione immediata delle condotte anomale ancora in corso», prevedendo l’eventuale adozione di altre misure regolatorie e riservandosi di avviare anche procedimenti sanzionatori.
Una situazione su cui era intervenuto anche il ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda, definendo «il significativo aumento» dei costi  un «fatto molto grave». Di qui il ricorso presentato dall’associazione dei consumatori per stoppare gli aumenti. Il ragionamento non fa una grinza: se il prezzo dell’energia è stato artificialmente manipolato con comportamenti illeciti, perché gli utenti devono ricevere una bolletta più salata?

Interrogativo che deve essere sembrato non privo di senso anche al Tribunale amministrativo della Lombardia, che ha deciso di congelare il rincaro dell’elettricità  in attesa di valutare nel merito la questione in una camera di consiglio fissata per il 15 settembre.
La decisione dei giudici è stata accolta favorevolmente dal ministero dello Sviluppo. La sospensione, si legge in una nota, conferma «la necessità di fare al più presto chiarezza sui fatti e sui possibili comportamenti speculativi che hanno portato ad un aumento anomalo dei costi». Per questo Calenda ha ribadito l’invito a concludere nei tempi stabiliti il procedimento di indagine avviato dall’autorità per l’energia.
A sorpresa, però, contro il Tar è sceso in campo proprio il Garante, secondo cui ci sarebbero i «presupposti per proporre, attraverso l’avvocatura dello Stato, immediata istanza di revoca del decreto di sospensione». A giudizio dell’authority, infatti, la decisione, presa «senza aver ascoltato» l’organismo di controllo, «si basa su un ricorso che presenta un’erronea rappresentazione degli elementi di fatto e di diritto».
Dietro la clamorosa richiesta dell’autorità per l’energia c’è forse la convinzione, come ha spiegato Biancardi al Senato, che l’intimazione fatta agli operatori «abbia avuto l’effetto atteso» e che «in presenza di un solo mercato, come nel settore dell’energia, eventuali picchi di prezzi non sono inattesi». Resta il fatto che lo stesso commissario non ha escluso «manipolazioni o accordi collusivi» dei traders «per conseguire un extraprofitto». Vanno bene le sanzioni. Ma i soldi agli utenti chi li restituisce?

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