sabato 16 luglio 2016

Ferrotramviaria nella morsa. Inquisiti presidente e direttore

Si allarga l’inchiesta della procura di Trani sul disastro ferroviario della Bari-Barletta. Come aveva già fatto intuire il procuratore Francesco Giannella, i magistrati vaglieranno tutte le ipotesi sul tavolo e tutte le responsabilità, comprese quelle relative ai ritardi per l’ammodernamento della rete. Attualmente sono sei gli indagati. Nel fascicolo risultano iscritti fin dall’inizio i due capistazione al momento dell’incidente, Vito Piccareta e Alessio Porcelli. A loro si è poi aggiunto Nicola Lorizzo, capotreno di uno dei due convogli, sopravvissuto allo scontro, seppure riportando gravi ferite.

Ma la vera novità di ieri, emersa dagli avvisi di garanzia spediti per notificare le autopsie sui due macchinisti e il capotreno morti, è che nel mirino dei pm sono finiti pure i vertici dell’azienda. Per l’esattezza Massimo Nitti, direttore generale di Ferrotramviaria, Gloria Pasquini, presidente del consiglio di amministrazione e rappresentante legale della società, e Michele Ronchi, procuratore speciale e direttore di esercizio. Le accuse vanno dal disastre ferroviario all’omicidio colposo plurimo fino alle lesioni personali colpose. Ma sotto inchiesta c’è anche la stessa società, ai sensi della legge sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche.
Il punto su cui gli inquirenti vogliono vederci chiaro è proprio quello del mancato raddoppio della tratta Corato-Barletta, un progetto finanziato fin dal 2012 con fondi Ue (nell’ambito della programmazione 2007-2013) e ancora alle fasi preliminari, con il progetto spacchettato in diversi lotti (di cui alcuni slittati al ciclo di programmazione 2014-2020) e la prima gara che sarà assegnata, forse, solo il 19 luglio con l’apertura delle buste.

I magistrati, secondo quanto emerge da ambienti giudiziari, avrebbero avviato verifiche sia sui finanziamenti pubblici gestiti da Ferrotramviaria sia sul contratto di gestione tra Regione Puglia e società.
«Un atto dovuto», si è affrettato a commentare Michele Laforgia, uno dei due legali che assiste Ferrotramviaria. «Casi come questi», ha spiegato, «si inquadrano in infortuni sul lavoro in conseguenza del fatto che alcuni dipendenti dell’azienda sono morti nello scontro tra i due treni e noi siamo pronti a dare tutti i chiarimenti e a fornire la massima collaborazione possibile ai magistrati inquirenti».
Mentre lasciando la procura di Trani l’avvocato Massimo Chiusolo, che difende il capostazione di Corato, Porcelli, si è detto convinto di «poter fornire agli inquirenti un quadro che chiarisca l’estraneità» del suo assistito. Mentre il legale Francesco Addati ha confessato di non essere ancora riuscito ad incontrare l’altro capostazione, Piccarreta, di cui ha assunto la difesa d’ufficio.
Ieri, intanto, oltre agli esami sui corpi dei tre ferrovieri (due macchinisti e un capotreno) all’istituto di medicina legale dell’Università di Bari si sono tenute anche le autopsie virtuali con esami Tac sulle altre 20 salme.
I corpi sono stati riconsegnati nel pomeriggio alle famiglie per permettere lo svolgimento delle esequie, che si terranno questa mattina ad Andria. In occasione dei funerali, in tutta Italia le bandiere degli edfici pubblici saranno tenute a mezz’asta in segno di lutto. In rappresentanza del governo interverrà alla cerimonia il ministro delle infrastrutture Graziano Delrio. Sarà presente anche il capo dello Stato, Sergio Mattarella.

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