Nessun passo indietro sulle deleghe, niente svendite degli asset, rigore e disciplina sull’attuazione del piano. Più che una resa, come qualcuno aveva profetizzato, un serrate i ranghi. Giuseppe Orsi ha approfittato dell’assemblea degli azionisti (che ha approvato il bilancio 2011, con oneri straordinari monstre di 3,2 miliardi e una perdita di 2,3 miliardi), per mettere le cose in chiaro. Dopo settimane di voci e indiscrezioni sul possibile azzoppamento politico del manager attraverso una ridistribuzione delle competenze con il cfo Alessandro Pansa, l’ad e presidente di Finmeccanica ha spiegato senza giri di parole che «non c’è alcuno spacchettamento delle deleghe».
Orsi, in sostanza, continuerà ad occuparsi anche delle strategie del gruppo, delle acquisizioni e delle dismissioni. Su quest’ultimo fronte, in particolare, Orsi ha voluto sottolineare che non ci sarà alcuna «svendita, né modifica del perimetro industriale». Le cessioni nei settori dell’energia e dei trasporti (Ansaldo Sts, Ansaldo Energia e Ansaldo Breda) non saranno fatte «a tutti i costi e a qualunque condizione». «Non siamo presi per il collo», ha spiegato, «ci siamo presi un anno di tempo per portarle a conclusione nel modo più corretto possibile». L’obiettivo è quello di «salvaguardare l’integrità degli impianti». E al centro delle negoziazioni, ha precisato, c’è l’impegno «della nuova proprietà a garantire lo sviluppo». La linea è quella già espressa alcuni giorni fa alla convention milanese con i dirigenti del gruppo, dove Orsi ha elencato tre priorità: il mantenimento in Italia delle capacità di sviluppo ingegneristiche ed industriali; il mantenimento/crescita dei livelli occupazionali; la salvaguardia dell’indotto qualificato. Ieri l’ad ha negato che ci siano state nelle scorse settimane «forzature della politica», spiegando che Finmeccanica «ha gli anticorpi per andare avanti» e che il Tesoro ha un rappresentante in cda dove «si discute sulle cose». Ma è chiaro che l’attenzione ai costi sociali dei disinvestimenti è un tema la cui valenza politica è stata fatta notare nei contatti tra il manager e gli azionisti pubblici avvenuti in seguito al coinvolgimento di Orsi nell’indagine della Procura di Napoli per le presunte tangenti alla Lega Nord. Sia Vittorio Grilli sia Corrado Passera (quest’ultimo anche pubblicamente) hanno ribadito il pieno sostegno all’ad, ma ora bisognerà procedere a testa bassa, curando anche i dettagli.
Di qui l’annuncio di Orsi e Pansa di una decurtazione dei propri stipendi del 30-35%, in sintonia con il monito del rappresentante del Tesoro ad evitare dei Guarguaglini bis (emolumenti 2011 per 9,5 milioni), ma soprattutto la strigliata ai manager delle controllate. Il piano di rassetto del gruppo, ha detto il direttore finanziario, «è molto serio e intenso, ma solo se portato avanti con disciplina, nei tempi e con il rigore di comportamenti e delle scelte». Parole, ha poi spiegato Orsi, «rivolte agli amministratori delle società più che agli azionisti». Ma anche l’azione di responsabilità verso la moglie di Guarguaglini, ex ad Selex sistemi integrati, rientra nel nuovo corso. Nel documento in cui Finmeccanica fornisce i chiarimenti richiesti dalla Consob si legge che l’azione di risarcimento finirà sul tavolo dell’assemblea non appena sarà quantificato il danno. Lo stesso documento spiega che «ammontano a poco più di tre milioni gli emolumenti previsti da Finmeccanica per il consulente svizzero Guido Ralph Haschke», accusato di aver creato la mazzetta da 10 milioni per i partiti.
Positive le reazioni del mercato, con il titolo balzato a Piazza Affari del 4,58% dopo aver toccato picchi di oltre il 7% nel corso della seduta.
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