La cedolare secca scende al 20% dal 25% inizialmente previsto. È questa la principale novità che arriva dal primo via libera del Consiglio dei ministri al quarto decreto attuativo del federalismo fiscale. Quello tanto atteso dai sindaci sui balzelli comunali. Per il resto nel provvedimento è confermata l’introduzione dal 2014 di due nuove forme di tributi locali: un’imposta municipale propria e una secondaria facoltativa.
Nella prima voce (la cosiddetta Imu) rientrano tutte le tasse attualmente previste per gli immobili e i terreni tra cui l’imposta di registro, ipotecaria e catastale, l’Irpef relativa ai redditi fondiari (escluso il reddito agrario), l’imposta di registro e di bollo sui contratti di locazione relativi ad immobili, i tributi speciali catastali, le tasse ipotecarie. A questi balzelli si aggiungerà l’imposta facoltativa che, dopo aver ascoltato i cittadini in un referendum, i comuni potranno introdurre per incorporare gli attuali prelievi sull’occupazione del suolo pubblico e su insegne e cartelloni pubblicitari. Il gettito complessivo delle nuove imposte resterà tutto nelle casse delle amministrazioni locali, come previsto dal processo di devoluzione fiscale stabilito dalla riforma.
Per quanto riguarda la cedolare secca, dal 2011 il canone di locazione relativo ai contratti stipulati per immobili ad uso abitativo, e relative pertinenze affittate congiuntamente all’abitazione, potrà essere assoggettato, se il locatore così deciderà, a questa nuova imposta sostitutiva dell’Irpef e delle relative addizionali, nonché dell’imposta di registro e di bollo sul contratto di locazione. La nuova tassa potrà essere applicata anche potrà essere applicata anche ai contratti per i quali non sussiste l’obbligo di registrazione. Sulla tempistica di avvio inciderà però la durata dell’esame del provvedimento da parte della Conferenza Stato-Regioni e del Parlamento. La novità sull’aliquota è stata confermata dallo stesso ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli. Si abbassano anche, rispetto alle attuali, le aliquote riguardanti le compravendite. Per quanto riguarda quella sulle seconde case si passa dal 10 all’8%, mentre quella sulle prime case dovrebbe essere al 2 o al 3%.
I tecnici sono comunque ancora al lavoro sulle ultime limature e gli ultimi calcoli, che, in ogni caso, non cambieranno l’impianto del testo. Soddisfatta (anche se non completamente) l’Anci, che proprio in attesa del provvedimento aveva in parte sospeso il giudizio sui tagli inseriti nella manovra. Il provvedimento, si legge in una nota dell’associazione, «rimette i comuni in carreggiata, ponendo le basi per avere un quadro di risorse certo, costante e legato direttamente al territorio». Detto questo, proseguono i sindaci, «non siamo ancora nel federalismo, perché la legge Calderoli ha ancora tanti pezzi che devono essere incastrati, ma sicuramente si entra in una fase nuova, fatta di responsabilità e autonomia.
L’abbassamento di cinque punti della cedolare arriva invece dopo un deciso pressing delle associazioni dei proprietari delle case, che però ancora non sciolgono le riserve. Confedilizia prende atto che la misura sui canoni di affitto «esce dal Consiglio dei ministri migliorata», tuttavia, secondo il presidente Corrado Sforza Fogliani, «rimane il problema della penalizzazione dei contratti a canone calmierato, per i quali temiamo che la cedolare secca non sarà una scelta generalizzata se, sulla base dei previsti pareri parlamentari, il governo non ripristinasse per questi contratti le attuali agevolazioni».
Sugli altri balzelli nella fase di avvio (di durata triennale) i comuni riceveranno il gettito dei tributi immobiliari, che manterranno fino ad allora l’assetto attuale. Dal 2014, invece, verranno introdotte le due nuove forme di tributi. Lo schema di decreto legislativo approvato ieri verrà trasmesso alla Conferenza unificata per la acquisizione dell’intesa e, successivamente, alla Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale ed alle altre Commissioni parlamentari competenti.
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