lunedì 17 agosto 2009

In mano al sindaco il telecomando dei senesi

Quando c’è il Palio, come ieri, tutto fila liscio. I senesi non aspettano altro e chi non ha la fortuna di seguire l’evento dal vivo resta incollato sui canali Rai con il cuore palpitante. Le altre sere, però, sono dolori. A scegliere i programmi è infatti il Comune, che nel 1999, con delibera di Giunta n. 892, decise di far realizzare (con i soldi del Monte dei Paschi e la tecnologia di Telecom) una rete via cavo ibrida su cui far viaggiare tutti i canali televisivi che arrivano nelle case dei senesi. Certo, direte voi, ma nessuno può essere costretto a sintonizzarsi su TeleComune. Sbagliato. Perché contestualmente alla installazione della avveniristica rete in fibra ottica la giunta di Siena, con una formidabile scelta eco-progressista, ha deciso di vietare l’utilizzo delle parabole e di demolire le antenne tradizionali. Ora i cittadini sono al riparo da qualsiasi radiazione elettromagnetica e i tetti sono piacevolissimi da vedersi, solo che in casa non si prende né Sky, né Mediaset premium, né il digitale terrestre, né le tivù locali che non piacciono al sindaco. In compenso è possibile gustarsi diverse ore di programmazione di Ccs Cable tv, un canale “civico” gestito prima dal Comune e ora da un consorzio partecipato dagli enti locali della Provincia. La questione è da tempo oggetto di un braccio di ferro tra il ministero, le piccole emittenti e Siena, ma finora il problema resta irrisolto. Pochi giorni fa il deputato del Pdl, Deborah Bergamini, ha presentato l’ennesima interrogazione parlamentare per chiedere al ministro Scajola di intervenire viste le palesi violazioni di legge dell’iniziativa. In realtà, il Comune riceve diffide dagli ispettori dello Sviluppo economico già da tre anni. Ma Sua Emittenza il sindaco non sembra intenzionato a mollare.

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