lunedì 31 agosto 2009

«Google ci ruba le notizie». Gli editori chiamano lo sceriffo

Non è la prima volta, né sarà l’ultima che il colosso del web Google finisce nel mirino dell’antitrust. Questa volta, però, la vicenda riguarda da vicino il nostro Paese perché sotto accusa c’è la sezione italiana della creatura di Page e Brin. In particolare il portale delle news, che secondo gli uomini di Antonio Catricalà potrebbe abusare della sua posizione dominante. Ad innescare la nuova grana per Google è stata la Federazione italiana degli editori che il 24 luglio scorso ha denunciato la pagina web che aggrega e indicizza le notizie provenienti da 250 siti di lingua italiana attraverso un ordine gerarchico elaborato da un algoritmo. Ed è su quest’ultimo che si sono concentrate le attenzioni degli editori. Il meccanismo, infatti, è coperto da segreto industriale e questo impedirebbe alle aziende di capire in che modo il portale determina, si legge in una nota dell’Authority, «unilateralmente la visibilità degli annunci e il livello di preminenza dato ad alcuni rispetto ad altri, potendo favorire un soggetto a scapito di un altro». La posta in gioco è, ovviamente, il mercato della raccolta pubblicitaria online. L’istruttoria dell’Antitrust dovrà verificare se i comportamenti di Google incidono sulla concorrenza favorendo in maniera indebita la sua posizione nell’intermediazione degli spot sul web. A far infuriare gli editori sarebbe il meccanismo con cui il gigante di Internet tiene al guinzaglio i fornitori di notizie. Google dà infatti la possibilità alle società editoriali di non essere inserite nella selezione delle news, allo stesso tempo, però, la stessa azienda sarà anche esclusa dall’usatissimo motore di ricerca. Il che, per un giornale, sarebbe come scomparire dalla rete. La presenza sul segugio di Page e Brin, sostiene il Garante, «è determinante per la capacità di un sito internet di attrarre visitatori e dunque ottenere ricavi dalla raccolta pubblicitaria, vista l’elevatissima diffusione di tale motore tra gli utenti». L’indagine è già entrata nel vivo. Il procedimento è stato infatti notificato ieri alla società nel corso di un’ispezione condotta in collaborazione con la Guardia di Finanza negli uffici di Milano. Lapidaria e sferzante la risposta di Google. «L’Antitrust - si legge in una nota - ha formulato una notifica contro Google Italy. Stiamo raccogliendo ulteriori dettagli, benché sappiamo che la notifica sia relativa a Google News, un servizio che porta traffico e utenti ai siti dei giornali». Come dire: invece di denunciare, gli editori dovrebbero ringraziare il portale che attira clienti e fatturato pubblicitario.Per sapere chi ha ragione bisognerà aspettare almeno fino al 15 ottobre, termine entro il quale dovrà concludersi l’istruttoria dell’Antitrust. Malgrado la pratica fatta negli ultimi anni nel combattere contro autori, titolari di diritti e società concorrenti che di volta in volta hanno accusato il re del web di giocare sporco (anche adesso l’Antitrust Usa sta indagando su accordi taciti con Apple e sui Google Books), non è escluso che la Fieg riesca ad avere la meglio. In quel caso per il gruppo di Page e Brin le notizie italiane potrebbero costare care. In caso di condanna la legge prevede una sanzione che può arrivare fino al 10% del fatturato. I ricavi della divisione italiana superano i 13 milioni di euro, quelli del gruppo si aggirano sui 22 miliardi di dollari. Fatevi due calcoli.

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