domenica 13 dicembre 2015

Ecco cosa scrivere a Consob e Bankitalia per farsi rimborsare

Com'era prevedibile, per i risparmiatori traditi non si mette bene. Il Fondo di solidarietà incardinato ieri con l' emendamento alla legge di stabilità non spiega né a chi né quando né cosa esattamente verrà restituito.

Le procedure per accedere alle prestazioni potranno essere «in tutto o in parte di natura arbitrale»: Prima di vedere qualche quattrino sarà comunque necessario avere certezza della truffa subita. La corresponsione delle prestazioni è «subordinata all' accertamento delle responsabilità per violazione degli obblighi di informazione, diligenza, correttezza e trasparenza» da parte del personale delle quattro banche. Dall' operazione sono poi esclusi tutti i soci. Ossia tutti quei clienti diventati azionisti obtorto collo per ottenere la concessione di un finanziamento o uno sconto sulle condizioni onerose del conto corrente. In ogni caso, bene che va, dal Fondo potranno uscire massimo 100 milioni rispetto ad un volume di perdite che solo per le obbligazioni subordinate è di circa 800 milioni. La buona notizia è che l' emendamento del governo sancisce che «resta salvo il diritto al risarcimento del danno».

Il problema è: con chi prendersela? Le nuove banche hanno cambiato denominazione sociale e non hanno giuridicamente legami con le vecchie. A quelle vecchie si potrebbe far causa, ma sono confluite in una bad bank che ha solo debiti, non soldi da restituire. Un' alternativa c' è.
Ed quella che, attraverso Libero, suggerisce l' avvocato Roberto Vassalle, che da 30 anni si occupa di diritto bancario. Le attività generali della pubblica amministrazione, ivi comprese quelle di Consob e Bankitalia devono svolgersi nei limiti e con l' esercizio dei poteri previsti dalle norme speciali che le istituiscono. Tali enti sono però tenuti anche al rispetto dei principi di legalità, imparzialità e buona amministrazione dettati dall' articolo 97 della Costituzione in correlazione all' articolo 47 delle stessa Costituzione.

Per questo motivo sia Bankitalia che Consob sono tenute a subire le conseguenze stabilite dall' articolo 2043 codice civile (responsabilità per fatto illecito) in quanto i predetti principi si pongono come limiti esterni alla loro attività discrezionale e il venir meno a tali regole di condotta costituisce illecito civile che segue le comuni regole del codice, anche per quanto concerne l' imputabilità e casualità del fatto lesivo. Questo è il principio affermato dalla Cassazione che più volte ha condannato le autorità di vigilanza a risarcire i risparmiatori. Per avviare l' azione, in attesa che la vicenda si concluda, si può partire con l' invio di una raccomandata di messa in mora di cui al lato pubblichiamo un fac simile.

© Libero