mercoledì 9 luglio 2014

I tagli alle Camere di Commercio costano 2,5 miliardi di Pil

La riforma della Pa rischia di essere incompatibile con la legge di stabilità. Qualcuno ieri in commissione Affari costituzionali ha strabuzzato gli occhi quando il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, ha spiegato, numeri alla mano, che il taglio del 50% dei tributi camerali renderà impossibile finanziare il sistema dei Confidi con 70 milioni l’anno per il prossimo triennio, così come disposto dalla manovra di bilancio 2014.
Un effetto collaterale che ha colto si sorpresa gran parte dei parlamentari presenti all’audizione.

In realtà, l’impatto sul sistema di garanzie per i prestiti alle pmi è solo una delle conseguenze della misura contenuta nel dl messo a punto dal ministro Marianna Madia. Senza modifiche alla norma, ha detto Dardanello, «a fronte di un risparmio pari a circa 5 euro al mese per impresa, al netto delle tasse, l’effetto recessivo conseguente alla riduzione dei finanziamenti diretti delle Camere di commercio alle aziende e al territorio nel 2015 potrebbe valere 2,5 miliardi in meno di Pil». Mentre sul fronte occupazionale «tra personale pubblico a tempo indeterminato delle Camere di commercio e personale con contratto privatistico di aziende speciali, Unioni regionali e società di sistema si determinerebbe un potenziale esubero di personale pari a circa 2.600 unità», almeno metà delle quali dovrebbe essere riallocata con oneri a carico dello Stato.
Messa così, il taglio dei contributi, che non porterà un euro nelle casse dello Stato e consentirà risparmi irrisori alle imprese, non sembra proprio um buon affare. Se  il governo vuole intervenire sul sistema camerale, la proposta di Unioncamere è di rendere graduale la riduzione delle entrate dal diritto annuale. In questo modo, ha spiegato Dardanello, si «potrà procedere ad una profonda  razionalizzazione del sistema camerale che preveda accorpamenti di Camere di commercio ed aziende speciali, l’introduzione di costi standard (in grado da soli di portare risparmi a regime pari a 300 milioni), la riduzione del numero dei consiglieri».

© Libero