Sui provvedimenti economici si è ormai arrivati alla rissa. Con mezzo governo infuriato contro Giulio Tremonti al punto, come ha fatto Stefania Prestigiacomo, di annunciare il voto contrario sulla legge di stabilità sia in Consiglio dei ministri sia in parlamento. Nessun sostegno, ha tuonato in serata, ad un testo che «di fatto cancella il ministero dell’Ambiente». Per nulla contento di come si stanno mettendo le cose è anche Paolo Romani, che nella bozza del ddl che continua a circolare tra i ministeri si è visto tagliare con un colpo netto la bellezza di 800 milioni che avrebbe voluto destinare al progetto della banda larga. Decurtazione a cui si aggiunge la minaccia di pesanti (ed aggiuntive rispetto ai 7 miliardi complessivi che riguarderanno tutto il governo) riduzioni di budget per il suo dicastero. Operazione che diventerebbe possibile sempre grazie ad una norma inserita da Tremonti nel ddl stabilità per punire i ministri che non rispettano i suoi obiettivi di spesa.
Dopo una giornata (quella di mercoledì) passata a lavorare in silenzio per le vie diplomatiche nel tentativo di raddrizzare le misure punitive contenute nel testo, ieri il responsabile dello Sviluppo economico, che nel corso del Cdm ha preteso lo slittamento del ddl alla riunione di oggi, è sbottato. Sottrarre risorse alla banda larga, ha tuonato Romani, rappresenta «un grave danno al settore delle tlc e all’Italia». Il ministro fa capire di non essere solo a combattere. «Come ampiamente condiviso dai gruppi parlamentari di maggioranza», ha proseguito Romani, «è necessario garantire, anche sul fronte delle tlc, la continuità degli investimenti e della crescita». Quanto a trattamento di favore, la Prestigiacomo non sta davvero messa meglio. Secondo gli ultimi dati delle tabelle che circolano, con i tagli il ministero per l’Ambiente passerebbe da un bilancio di 1 miliardo e 650 milioni del 2008 a un totale di 444 milioni nel 2012, di cui 320 milioni solo di spese fisse tra stipendi e altro. Il risultato è che nel 2008 il ministero poteva spendere per le bonifiche, i parchi, la riduzione delle emissioni di Co2, ecc oltre 1 miliardo e 300 milioni, mentre nel 2012 potrebbe spendere per le stesse cose non piu di 120 milioni di euro con un taglio pari al 90 per cento.
L’aria non è migliore sul fronte del dl sviluppo. Ieri in aula Silvio Berlusconi ha promesso che il governo «terrà conto dei suggerimenti» chiedendo ai parlamentari di «far pervenire le suggestioni che ritengono positive». Più che suggestioni, però, si vedono bastonate che volano senza tregua. Tremonti vuole un dl a costo zero? «È il Cdm a decidere», gli ha risposto secco il ministro degli Esteri, Franco Frattini, aggiungendo che «il decreto sviluppo non può essere a costo zero». Il provvedimento, ha spiegato, «avrà una parte con degli oneri e bisogna trovare le coperture». Mentre ci si azzuffa ormai su ogni cosa che riguardi via XX settembre, si dice che il premier abbia trovato la quadra sull’affaire Bankitalia. La soluzione non piacerà a Tremonti. L’idea, infatti, sarebbe quella di piazzare il dg Fabrizio Saccomanni alla guida di Via Nazionale e di intervenire anche sul direttore generale, Vittorio Grilli, sostituendolo con Lorenzo Bini Smaghi. Uno scenario al vetriolo, tutto da verificare.
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