giovedì 20 ottobre 2011

Anche la Lega nella casta che tifa per il caro-telefono

Eravamo un po’ in ansia per la defezione, ma alla fine anche la Lega ha fatto il suo ingresso ufficiale nel club bipartisan di parlamentari che ha deciso di schierarsi clamorosamente contro la riduzione delle nostre bollette telefoniche. La scorsa settimana  avevamo riferito delle lettere spedite all’Agcom da un gruppo di deputati del Pdl prima e da uno del Pd poi per chiedere di congelare  il taglio delle tariffe di terminazione mobile che dovrebbe scattare a gennaio. Si tratta, in sostanza, del costo che le imprese pagano per far transitare le telefonate sui cellulari degli altri operatori e che viene scaricato in bolletta. A scendere in campo contro una sforbiciata che Bruxelles, Antitrust e associazioni dei consumatori vorrebbero semmai più consistente e rapida, questa volta, è Jonny Crosio, componente leghista della Commissione trasporti della Camera. Secondo il parlamentare del Carroccio, «a fronte di investimenti così ingenti» delle imprese nell’asta delle frequenze, «non si comprende come l’autorità possa imporre un’altra tassa». Meglio, spiega, bloccare tutto e introdurre «riduzioni annue più graduali rispetto a quelle proposte». È impossibile  pensare che fosse lo stesso Jonny Crosio, lo scorso 2 agosto, a firmare un’interrogazione (4-12898)   in cui si legge:   la riduzione proposta dall’Agcom lascia «livelli tariffari superiori alla media Ue di oltre il 50%»; che l’autorità ha previsto tempi troppo lunghi, «con ricadute particolarmente negative sulle bollette dei cittadini italiani che ancora non possono usufruire di offerte vantaggiose per chiamare i cellulari dal telefono di casa». Senza parole.

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