sabato 23 aprile 2016

Tango bond: rimborsi del 150%

Dopo 15 anni si conclude, forse, l’odissea dei tango bond. I 50mila obbligazionisti che non hanno aderito ai due swap del 2005 e del 2010 (che ha raccolto il 93% delle adesioni con tagli del valore nominale dei titoli di circa il 70%) potranno finalmente rivedere i loro soldi. Anzi. Riceveranno pure qualcosa in più.



L’accordo finale siglato ieri a New York fra i risparmiatori italiani, rappresentati dalla Tfa (la Task force argentina di banche), e il Tesoro di Buenos Aires, ha infatti confermato il pagamento in contanti del 150% dell’importo nominale originario delle obbligazioni in default (circa 900.000 dollari) per un controvalore di 1,35 miliardi. Si tratta di una somma inferiore ai 2,5 miliardi chiesti, ma il valore corrisponde comunque ad un rendimento annuo del 2,74%. Considerando che l’inflazione media in Italia dal 2001 (anno del default argentino) al 2015 è stata dell’1,9% il guadagno netto per i risparmiatori sarà dello 0,82% all’anno.
Il denaro destinato al rimborso dei tango bond sarà depositato subito su un conto bloccato presso un’importante istituzione finanziaria internazionale in attesa del completamento di tutte le formalità con i singoli obbligazionisti per poter ricevere il rimborso presso le loro banche. E qui iniziano i dolori.

Dopo aver espresso «grande soddisfazione per la ottima ed equa conclusione di una vicenda durata troppi anni», il presidente della Task force, Nicola Stock, ha messo sul tavolo due possibili grane. La prima riguarda le modalità di rimborso. Stock ha invitato gli obbligazionisti a stare «molto attenti alle comunicazioni in arrivo dalle banche» e ad «affrettarsi a firmare le deleghe, altrimenti c’è il rischio di perdere tutto». Una volta messi i soldi in tasca, poi, c’è la questione fiscale. Come saranno trattate le plusvalenze ancora non è chiaro. C’è chi sostiene addirittura che le somme possano incappare nella tagliola del 26% introdotta da Renzi. La teoria più gettonata è che vadano considerati come bond sovrani, tassati dunque al 12,5%. Ma Stock lascia intravedere la possibilità di uno sconto ulteriore: «Il denaro arriva come risarcimento a seguito di una transazione». Sarebbe quindi  possibile un trattamento agevolato.

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