sabato 31 ottobre 2015

L'Agenzia delle entrate perde pure con D&G

Altro che esterovestizione. I giudici della Cassazione hanno impiegato più di un anno. E il caso ha voluto che le motivazioni della clamorosa assoluzione del 24 ottobre 2014 di Domenico Dolce e Stefano Gabbana arrivino proprio nel momento più difficile dell’Agenzia delle entrate, alle prese con i dissensi nel governo e il caos provocato dalla sentenza della Consulta sui dirigenti illegittimi. La lettura delle pagine depositate ieri dai magistrati di Piazza Cavour non aiuterà di certo a migliorare l’immagine del fisco. Secondo le toghe, infatti, la decisione dei due stilisti di creare a Lussemburgo la società GaDo per sfruttare i loro marchi aveva «robuste ragioni extrafiscali ispiratrici della riorganizzazione del gruppo» che «scardinano la coerenza intrinseca del ragionamento accusatorio, conducendo verso approdi lontani sia dai principi di diritto sia dai temi di indagine quasi del tutto inesplorati e per certi versi contradditoriamente risolti».

venerdì 30 ottobre 2015

Chi si è arricchito con la scusa delle rinnovabili

Tagli, sforbiciate, azzeramenti. Da un po’ di anni i politici non perdono occasione per annunciare la fine degli incentivi alle energie rinnovabili. C’è chi assicura di averli spalmati su più anni riducendone il costo per la collettività. Chi sostiene di aver chiuso definitivamente i rubinetti. Eppure, ogni anno i soldi sono sempre lì. Ben nascosti nella bolletta della luce all’interno dei cosiddetti “oneri di sistema”. È qui che si trova la componente A3 (che rappresenta la quota più consistente degli oneri) dedicata a finanziare sia l’incentivazione del fotovoltaico sia il sistema del Cip6 per le fonti rinnovabili e assimilate. Un inghippo, quest’ultimo, che permette anche a chi di mestiere fa il petroliere di accedere ai benefici previsti per chi aiuta l’ambiente.

L'Agenzia delle entrate è in crisi, ma continua a mandare lettere

I dirigenti non ci sono più. La Cassazione potrebbe dichiarare illegittimi migliaia di atti. Alcuni nel governo vorrebbero mandare a casa i vertici. Ma l’Agenzia delle entrate continua imperterrita a terrorizzare gli italiani con le sue missive di «avviso bonario».
Dopo le 220mila lettere mandate a chi non ha presentato, pur avendone l’obbligo, la dichiarazione dei redditi con il modello 730, le 190mila inviate ad altrettanti lavoratori autonomi per anomali rispetto agli studi di settore e le 20mila per mancanza di corrispondenza di altri dati come compensi o vendite, ecco pronti altri 65mila avvertimenti.

martedì 27 ottobre 2015

Gelo Padoan-Zanetti. Il governo paga la "tassa" lady Fisco

Il governo alla fine ha dovuto mettere una toppa dichiarando «l’immutata stima» nei confronti del direttore dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi. Ma la deflagrazione è solo rimandata. Le esternazioni continue di Lady Fisco, unite al caos totale in cui versano gli uffici tributari in seguito alla sentenza della Consulta sui 767 dirigenti illegittimi e alle polemiche politiche sull’aumento della soglia del contante, hanno innescato una bomba ad alto potenziale.

domenica 18 ottobre 2015

Miliardi ai profughi, mance ai nostri

Matteo Renzi lo ha detto chiaramente durante la prima conferenza stampa di presentazione della legge di stabilità, giovedì scorso. La possibilità di tagliare l’Ires per le imprese nel 2016, con un anticipo di un anno rispetto alla tabella di marcia, è appesa al riconoscimento da parte della Ue della cosiddetta «clausola migranti», ovvero la possibilità di scorporare dal calcolo del deficit le spese sostenute dallo Stato per affrontare l’emergenza immigrati.

"Manovra fuorilegge". E i tecnici non la scrivono

«Vorrei ringraziare pubblicamente i miei colleghi del ministero che stanno lavorando senza limiti di orario perché questa legge sia definita e trasmessa al Parlamento e al Presidente della Repubblica». Non è stata casuale né un semplice atto di cortesia la dichiarazione fatta ieri durante il convegno dei giovani di Confindustria a Capri dal ministero dell’Economia, Pier Carlo Padoan.
Malgrado il passaggio in Consiglio dei ministri e la scadenza inderogabile con la Ue (a cui è stato mandato un Documento programmatico con le linee guida) la legge di stabilità ancora non c’è.

venerdì 16 ottobre 2015

Tagliati 4 miliardi alla sanità

«Più soldi, ma spendiamogli meglio». Dopo aver sfilato 4 miliardi dal Servizio sanitario nazionale Matteo Renzi se n’è uscito così, senza fare una piega. Aggiungendo, cifre alla mano, che il fondo era di 109 miliardi un anno fa, 110 oggi e 111 nel 2016». La logica delle slide e delle battute non permette obiezioni.

Il governo butta altri milioni per una Bagnoli mezza risanata

Altri soldi per Bagnoli e per l’Ilva. La notizia, circolata nei giorni scorsi, è stata confermata ieri dallo stesso Matteo Renzi. «Ci sarà», ha detto durante la conferenza stampa di presentazione della legge di stabilità, «un’altra misura di sostegno entro l’anno, un decreto o vedremo cosa, che stanzierà un miliardo non solo per il Giubileo ma anche per la Terra dei fuochi e per Bagnoli». Fonti di Palazzo Chigi assicurano che nell’elenco ci sarà pure l’Ilva. Ma i dettagli restano tutti da definire. Sembra che le risorse facciano parte del masterplan per il Sud, che prevede finanziamenti per 450 milioni di euro, di cui i primi 150 già nel 2015.

giovedì 15 ottobre 2015

In mezza giornata di fatica i partiti si regalano 45 milioni

Sono bastate circa tre ore per portare a casa il voto finale. Nessuna vergogna, anzi. Illustrando il provvedimento calendarizzato d’urgenza al Senato per sbloccare i 45,5 milioni di soldi per i partiti e azzerare qualsiasi controllo sui bilanci  il relatore piddino Miguel Gotor ha parlato di «dignità», «trasparenza», «giustizia». L’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, ha spiegato, «è il provvedimento che reputo il più grave e contraddittorio varato nell’attuale legislatura per i costi che comporterà nel medio periodo sul corretto e sano funzionamento della democrazia italiana». Togliere i soldi alla politica, ha proseguito il senatore del Pd, significa «lisciare ipocritamente il pelo all’opinione pubblica alimentando una condanna generalizzata e indiscriminata che equipara i partiti ad associazioni a delinquere».

Matteo inventa la mezza pensione

Pensionati a mezzo servizio. Sarebbe questa l’ultima trovata di Matteo Renzi per rimediare alla figuraccia dello slittamento al 2016 della flessibilità inizialmente promessa per riparare ai guai della legge Fornero. La misura allo studio dei tecnici è il part time per gli over 63. Si tratterebbe di consentire ai lavoratori che da qui al 2018 maturino i requisiti per la pensione di optare per un orario ridotto al 60-40%. L’assegno non sarebbe intaccato. I contributi verranno versati dal datore di lavoro in busta paga mentre per i contributi figurativi ci penserà lo Stato. Ma il pensionato, di fatto, continuerebbe a lavorare.

martedì 13 ottobre 2015

Ferrari ha già doppiato le altre auto

Una holding olandese quotata a Wall Street. È questo il futuro del marchio italiano più famoso del mondo, che si appresta a sbarcare sul listino di New York tra una decina di giorni. Ieri Fca ha annunciato ufficialmente i dettagli tecnici per l’Offerta pubblica del Cavallino rampante. Ad andare in Borsa sarà la controllata New Business Netherlands NV, che prenderà il nome di Ferrari NV. Quest’ultima avrà il 100% della Ferrari Spa, attuale società italiana del gruppo. Fiat Chrysler, che ha in mano il 90% delle quote (il 10% è posseduto da Piero Ferrari) venderà 17,175 milioni di azioni ad un prezzo unitario compreso tra 48 e 52 dollari, l’offerta, destinata sia agli investitori istituzionali sia al retail, sarà completata da una greenshoe da 1,717 milioni di titoli.

domenica 11 ottobre 2015

Matteo promette: giù le tasse. Ma prepara la stangata

Arrivano i soldi. A sentire Matteo Renzi gli italiani non hanno più motivi di preoccupazione. L’economia, ha spiegato davanti agli industriali del Veneto, va a gonfie vele e la legge di stabilità, che sarà varata giovedì dal Cdm, sarà «il jolly» per consolidare la ripresa.
Al lungo elenco prodotto nelle ultime settimane dal promessificio del premier, che ieri ha ribadito l’abolizione di Tasi e Imu, si è aggiunta una superagevolazione per le imprese, probabilmente dettata dal pressing della Ue sulla necessità di diminuire le tasse sul lavoro piuttosto che quelle sulla casa.
«Chi nel 2016 investirà in beni strumentali della propria azienda», ha annunciato incassando gli applausi della platea, «avrà la possibilità di portare in ammortamento non il 100% ma il 140%. Varrà per un anno solo». In realtà, l’idea già circolava da alcuni giorni e l’aveva esplicitamente proposta anche il sottosegretario all’economia, Enrico Zanetti. Renzi ha però aggiunto che non si tratta della legge Macron, varata a Parigi e identica apparentemente a quella annunciata dal premier, ma di «un allargamento della Sabatini».

mercoledì 7 ottobre 2015

Più immigrati per mantenere le Renzate

Altro che muri, quote o linea dura con i clandestini. Gli immigrati vanno accolti a braccia aperte. Solo così Matteo Renzi potrà chiedere spazi aggiuntivi all’Europa per raschiare un altro po’ di deficit da mettere sul piatto della manovra. Il piano era chiaro da qualche giorno. Le promesse del premier, d’altra parte, si accavallano senza sosta. L’ultima è quella di anticipare il taglio dell’Ires annunciato per il 2017 con una sforbiciatina già a partire dal prossimo anno. Un solo punto percentuale di Ires in meno, oggi al 27,5%, vale però 1,2-1,3 miliardi. Se l’idea, dichiarata dallo stesso premier, è di scendere sotto la Spagna, che è al 25%, il conto è dunque salato.

martedì 6 ottobre 2015

Canone Rai in bolletta: si pagherà di più

Ci risiamo. La trovata del canone Rai in bolletta torna a solleticare la fantasia del governo. L’idea è vecchia e logora. Ma per Matteo Renzi è diventata una sorta di fissazione. Il premier ci ha provato una prima volta nell’aprile del 2014. Subito stoppato dal presidente dell’Autorità per l’energia, Guido Bortoni, che definì l’ipotesi «impropria». L’ex sindaco di Firenze è poi tornato all’attacco nel novembre dello stesso anno, quando chiese al ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, di mettere a punto un emendamento ad hoc da inserire nella legge di stabilità. Alla fine non se ne fece niente. Ma la misura è rispuntata alla fine dello scorso luglio nella riforma della Rai. L’articolo 4 votato al Senato prevedeva una delega generica al governo per ridisegnare il canone. A sventare il blitz ci hanno pensato i suoi stessi amici della minoranza Dem, che con un pugno di voti di scarto hanno fatto andare sotto il governo in Aula, scongiurando il balzello.

Società elettriche in rivolta: canone in bolletta sbagliato e inattuabile

«Una misura concettualmente sbagliata e tecnicamente impraticabile». Ci pensa Giuseppe Gatti, presidente di Energia concorrente nonché chairman di Gdf Suez Italia, a sintetizzare la  posizione delle società elettriche, tutte ovviamente sul piede di guerra dopo l’ennesima sortita della politica sul canone Rai in bolletta. Da un punto di vista concettuale il problema, con cui tutti i cittadini devono fare i conti alla fine del mese, è che sulla fattura elettrica già sono presenti molte voci che poco hanno a che fare con l’energia che viene consumata. «Se già sono discutibili», ha spiegato Gatti, «gli oneri parafiscali presenti, dall’uscita del nucleare all’incentivazione delle rinnovabili, non è in alcun modo accettabile aggiungervi anche il canone Rai. Solo il fatto che l’idea possa venire in mente lascia sconcertati».

sabato 3 ottobre 2015

Eni e Scaroni prosciolti, ma per l'Algeria è tardi

A dipanare la matassa dell’affaire Saipem Algeria ci penserà il tribunale di Milano, durante il processo che comincerà il 2 dicembre. Una certezza, però, è già emersa. Paolo Scaroni e l’Eni con la presunta maxi tangente da 198 milioni per «oliare» appalti petroliferi da 8 miliardi tra il 2007 e il 2010 non c’entrano nulla. Ieri il gup Alessandra Clemente ha prosciolto dalle accuse di corruzione internazionale sia l’ex ad, sia l’ex responsabile della società per il Nordafrica, Antonio Vella, sia il Cane a sei zampe, indagato per la legge 231 sulla responsabilità amministrativa degli enti.