sabato 7 febbraio 2015

Declassata mentre tratta. Minaccia finale alla Grecia

Il terreno inizia a franare sotto i piedi di Alexis Tsipras. In attesa del vertice straordinario dell’Eurogruppo, convocato per l’11 febbraio, alla vigilia del Consiglio Ue e lo stesso giorno in cui finirà per le banche greche la possibilità di attingere ai prestiti Bce, la situazione non lascia intravedere molti segnali di miglioramento.

Anzi. Ieri sulle speranze del neo premier si è abbattuta la scure di S&P, che ha declassato di nuovo i titoli di Stato greci. Ora il rating è a B-, in piena area «spazzatura» e ad un solo passo dal baratro, contrassegnato dalla lettera C. Il nostro ministro dell’Economia ha provato a gettare acqua sul fuoco. «La riunione dell’Eurogruppo non è un conflitto fra due squadre ma la ricerca di una soluzione condivisa e anche questa volta sarà così», ha detto Pier Carlo Padoan, che ha definito «del tutto fuori luogo» l’ipotesi di una uscita della Grecia dall’euro.
Ma dall’Europa sono partiti anche ieri altri siluri. «Non facciamo prestiti ponte», ha tagliato corto il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Disselbloem, spiegando che «è possibile una semplice proroga degli aiuti purché loro rispettino pienamente il programma». Mentre il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, ha ribadito che «la Grecia dovrà continuare a lavorare con la troika», spiegando che non si possono finanziare aumenti salariali con i soldi dei contribuenti degli altri Paesi. Chi, invece, a sorpresa ha teso una mano ad Atene è la nostra vecchia conoscenza Carlo Cottarelli, ora tornato a fare il direttore esecutivo dell’Fmi. Mister spending review (che ieri ha sminuito il suo lavoro spiegando che i dossier sui tagli «non sono granché»)  ha precisato che il Fondo, che «non uscirà dalla troika», in presenza di «un nuovo programma» potrebbe anche rifinanziare il prestito. Parole che sembrano in qualche modo incrinare la posizione finora tenuta dall’Fmi. E che suonano in sintonia con le indiscrezioni trapelate ieri da fonti governative greche, secondo cui Atene non prenderà impegni sull’attuale piano di salvataggio, e «accetterà solo accordi che siano legati ad un nuovo programma di aiuti».

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