domenica 29 giugno 2014

Torna anche la tassa sugli interessi

Ci mancava solo l’anatocismo. Dopo anni di battaglie, leggi e sentenze, che si erano di fatto concluse solo qualche mese fa, l’odiosa pratica degli interessi sugli interessi con cui le banche spolpano i risparmiatori e le imprese rispunta a sorpresa in un provvedimento appena varato dal governo. La norma è contenuta nel decreto legge imprese che dalla prossima settimana sarà all’esame del Senato. Nella relazione tecnica del Mef (scritta dalla Ragioneria generale dello Stato) è scritto che la disposizione sostituisce la normativa introdotta nel 2013 con la legge di stabilità e riporta in vigore le regole previste nel testo unico bancario.

La giustificazione dei tecnici è che le modifiche del 2013 avevano suscitato problemi interpretativi poiché da una parte stabilivano che gli interessi non producono interessi ulteriori e dall’altra sembravano ammettere la capitalizzazione degli interessi, consentendo, di fatto, l’anatocismo. Di qui la decisione di tornare alle vecchie norme. Con alcune modifiche, si avverte nella relazione, nella prospettiva di «aumentare la trasparenza dei tassi per i clienti». A tale fine si prevede che la produzione di interessi sugli interessi nelle operazioni in conto corrente o in conto di pagamento «avvenga annualmente». Secondo il ministero dell’Economia in questo modo «si evita, in caso di operazioni di apertura di credito, la capitalizzazione trimestrale, la quale incide sulla trasparenza del tasso applicativo». Insomma, l’anatocismo torna, ma da trimestrale diventa annuale.
La cosa non è sfuggita a Giorgia Meloni, che venerdì ha subito denunciato la mossa in un tweet: «Le banche ringraziano Renzi per il nuovo regalo: nel dl per il rilancio delle imprese infilano l’anatocismo. Gli italiani pagheranno gli interessi sugli interessi».

Di chi è la trovata? Non si sa. Secondo il presidente della commissione Finanze, Francesco Boccia, «qualcuno ha sbagliato», ma il Pd è da sempre «contro l’anatocismo». Stessa musica da parte di Ncd, con Raffaello Vignali che assicura modifiche parlamentari per eliminare la norma.
Lo scherzetto, però, ha già scatenato il panico tra le imprese. Per Uninmpresa il ritorno alle vecchie regole «è una seria minaccia per il credito delle aziende: perché aumenterebbe il costo del denaro chiesto in banca». L’applicazione degli interessi sugli interessi «appesantirebbe un comparto, quello della liquidità per le imprese, dove i tassi arrivano già oggi al 24%».
La presidente di Fratelli d’Italia, Meloni, intanto, ironizza: «Matteo Renzi e l’anatocismo a sua insaputa. Mi aspetto siano rese note le notizie su chi sia questo qualcuno che ha sbagliato..».

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