venerdì 21 giugno 2013

Vogliono far pagare a noi il crac delle banche

«Il principio di proporzionalità verrà opportunamente graduato». Sono appese qui, a questa vaga promessa del governo, le speranze dei risparmiatori italiani di non vedersi sfilare i soldi di tasca per salvare le banche dal fallimento. Il rischio è concreto e imminente. La proposta di direttiva della Commissione europea per la gestione e la risoluzione delle crisi bancarie (adottata nel giugno 2012) è oggi sul tavolo dell’Ecofin che si tiene a Lussemburgo. L’obiettivo è quello di definire regole comuni a livello europeo per stabilire chi dovrà sopportare il costo del salvataggio di un istituto di credito che finisce in bancarotta.

Il Pd propone al Cav un patto di non aggressione

Il governo si tiene fuori. Il Pd pure. Intervenuto alla stampa estera, Enrico Letta ha voluto subito mettere distanza tra l’esecutivo e la questione dell’ineleggibilità di Silvio Berlusconi. Il voto, su un ricorso del Movimento 5 Stelle, è fissato per il prossimo 9 luglio in Senato. E per il premier la faccenda è tutta e soltanto di competenza parlamentare. «Il governo non c’entra con questa scelta. Sono dinamiche parlamentari», ha spiegato il presidente del Consiglio ai cronisti stranieri.

giovedì 20 giugno 2013

La pressione fiscale è al 53%, ma sull'Iva il governo vola basso

La Confesercenti stima che nel 2013 la pressione fiscale salirà al 44,7% (dal 44% del 2012). La Corte dei conti certifica che quella reale (depurando il Pil dal sommerso) è già balzata al 53%. Ma il governo ha altro da fare. Nel Consiglio dei ministri che ha varato l’ennesima lenzuolata di semplificazioni (mentre siamo ancora in attesa che decreti e regolamenti facciano entrare in vigore quelle del governo Monti) dell’Iva, che tra dieci giorni passerà dal 21 al 22%, non si è discusso neanche di sfuggita. «Il tema non è stato toccato», spiegano il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Filippo Patroni Griffi, e il ministro della Pubblica amministrazione, Giampiero D’Alia.

martedì 18 giugno 2013

Finmeccanica fa la dieta per non farsi mangiare

C'è aria di grandi manovre nel settore dell'aerospazio. Con Finmeccanica che si dice pronta ad eventuali opportunità di integrazione e il governo che invita il gruppo a valutare partnership prima di vendere. L'ad Alessandro Pansa ha approfittato ieri del tradizionale appuntamento del Salone di Parigi (dove Finmeccanica ha già incassato 240 milioni di commesse) per fare il punto sulle prossime mosse. 

sabato 15 giugno 2013

Occhio, sull'Iva può cadere Letta

Forse Nichi Vendola esagera quando dice che la parabola del governo Letta è già allo show down. Ma l’atmosfera che si respira in questi giorni nella maggioranza non è molto diversa. Il braccio di ferro tra il Pdl e il governo sulle tasse è diventato così serrato da far pensare che, in mancanza di cambi di rotta immediati dell’esecutivo, il momento della resa dei conti potrebbe essere davvero vicino. A rendere ancora più forte l’odore delle elezioni ci sono poi le indiscrezioni insistenti relative ad una mossa della Consulta che permetterebbe di fare a meno di una nuova legge elettorale. Secondo i costituzionalisti la suprema Corte, che presumibilmente riterrà legittima la questione sollevata dalla Corte di Cassazione, potrebbe evitare il vuoto legislativo, cancellando il solo premio di maggioranza del Porcellum e non tutta la norma. Il che offrirebbe ai partiti una sorta di proporzionale puro per andare al voto senza riforma.

Siluro dall'Europa, le banche in crisi le salveranno i risparmiatori

«Non abbiamo più tempo, bisogna agire subito». Enrico Letta ha aperto i lavori del vertice dei ministri economici di Francia, Germania e Spagna con toni gravi e ultimativi. Un modo per sottolineare quanto l’Italia conti sul sostegno europeo per combattere la disoccupazione e rilanciare il lavoro giovanile. Per quanto il premier tenti di caricare di aspettative il calendario degli appuntamenti europei e internazionali (lunedi e martedì ci sarà pure il G8) in vista dell’ormai mitico summit a Bruxelles del 27 giugno, per ora di carne al fuoco non ce n’è molta. L’obiettivo a portata di mano è quello di anticipare al 2013 i fondi Ue per la disoccupazione. Ma per l’Italia si tratta di 400 milioni spalmati fino al 2020. Bruscolini. Quanto alla possibilità di scorporare gli investimenti produttivi, la famosa golden rule, il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, ha ribadito ieri che non se ne parla.

venerdì 14 giugno 2013

Nel Pdl cresce il malumore

Le riforme indispensabili per il rilancio del Paese «potranno realizzarsi solo se non sarà sottoposta a scosse e messa in questione la continuità del governo e insieme la continuità del Parlamento». Il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, prova a dare una mano al premier Enrico Letta, invitando i i partiti ad evitare «meschini e convulsi calcoli di convenienza di qualsiasi specie». Ma la tensione, soprattutto dopo la frenata di Fabrizio Saccomanni e Flavio Zanonato sull'Iva e la richiesta della procedura d'urgenza (approvata dal Senato) sul ddl di riforma costituzionale, è ormai alle stelle.

giovedì 13 giugno 2013

I commercianti fischiano il governo per l'aumento Iva

A poco meno di un mese e mezzo dal suo insediamento per il governo Letta è già arrivato il momento dei fischi. Non è la prima volta che dal mondo delle imprese arrivano segnali di pentimento rispetto al sostegno accordato sulla fiducia al nuovo esecutivo. Ieri, però, il dissenso è stato sonoro e plateale. A scatenare la protesta, manco a dirlo, i tentennamenti di Palazzo Chigi sui temi fiscali. Il ministro dello Sviluppo, Flavio Zanonato, si è presentato davanti agli esponenti di Confcommercio riuniti per l’assemblea annuale pieno di buone intenzionie, ma con pochissime certezze da offrire ad uno dei settori, quello della piccola e media impresa, più colpiti dalla crisi.

mercoledì 12 giugno 2013

Il governo sta fermo. Pagheremo Iva e Imu

Il governo ha deciso di cambiare passo. Ma i soldi non ci sono. Così, al posto di interventi su Iva e Imu arriveranno i certificati di maternità per via telematica. La misura, tra le altre, è una di quelle a cui sta lavorando l’esecutivo nell’ambito di un pacchetto di riforme per rilanciare l’economia. L’annuncio è stato dato al termine della riunione di maggioranza che si è tenuta ieri mattina a Palazzo Chigi. Prima del prossimo Consiglio europeo, ha annunciato il ministro per i Rapporti col Parlamento, Dario Franceschini, il governo varerà un «decreto del fare» che contiene «misure su occupazione, fisco, lavoro e giovani».

martedì 11 giugno 2013

Braccio di ferro a Bruxelles per poter spendere

Dodici mesi dopo le dichiarazioni di Mario Monti, che sbandierava con orgoglio di avere già incassato il sostegno di Angela Merkel, l’Italia è di nuovo alle prese con la golden rule. Al di là di tutte le chiacchiere sui margini di manovra aperti dallo stop alla procedura di infrazione e considerate le previsioni catastrofiche sul Pil, con la ripresa che si allontana alla primavera del 2014, la speranza del governo di raggranellare qualche euro da destinare alla crescita è appesa alla possibilità che l’Europa ci consenta di scorporare dal deficit alcune spese per gli investimenti.

Il Pil frana, manovra in vista

Produzione a picco, export ancora giù e pil più basso del previsto. Detto in due parole: manovra correttiva. Dopo un paio di settimane di sbornia da conti pubblici, in cui si era pensato che lo stop della procedura per deficit eccessivo aprisse chissà quali spazi di intervento su tasse e crescita, l'Istat ieri ci ha bruscamente riportato con i piedi per terra, delineando un quadro di crisi profonda che apre concretamente la strada alla necessità di ulteriori sacrifici.

domenica 9 giugno 2013

Borghi: «Le quattro opzioni per rompere la gabbia comunitaria»

«La Merkel è come un centravanti che continua a vantarsi di segnare nella porta della propria squadra. Lei sale nella classifica dei marcatori, ma noi perdiamo la partita». La metafora è cristallina. Così come, secondo Claudio Borghi Aquilini, è chiaro cosa dovrebbe fare il governo a Bruxelles. «Non amo sbattere i pugni», dice l'economista, professore incaricato all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, riferendosi al dibattito in corso in questi giorni, «e credo che Enrico Letta non ne avrebbe bisogno. I numeri sono così evidenti che non dovrebbero essere oggetto di negoziato».

Via al braccio di ferro: rispunta l'eurobond

Altro che uscire dall’euro. L’idea di Enrico Letta (lui parla di «sogno della vita») è che questo sia il momento di «accelerare» verso gli Stati Uniti d’Europa. E la «grande occasione» per l’Italia è rappresentata dal semestre europeo che scatterà nella seconda metà del 2014, quando il nostro Paese avrà la presidenza di turno e potrà, secondo il premier, passare alla storia facendo «il rompighiaccio che consenta di andare verso l’unione politica».

sabato 8 giugno 2013

Un esercito di padroncini ostacola la corsa dei Tir

Un cambio di passo. Utilizzando la crisi come un'opportunità per scardinare un sistema dell'autotrasporto da troppi anni ingessato. È questo il tentativo di Assotir, che ieri è oggi ha riunito gli iscritti a Roma per il suo secondo congresso nazionale. La parola d'ordine è aggregazione. Delle migliaia di mini aziende che operano nel settore, spesso con logiche antieconomiche e non competitive. Ma anche delle decine di sigle sindacali, a volte più attente alle faide interne che agli obiettivi comuni.

Mezza Italia contro l'Europa

Il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, liquida l’intervento di Silvio Berlusconi, spiegando che «molti euroscettici hanno avuto il tempo per fare a braccio di ferro con la Merkel e non lo hanno fatto». Ma la protesta anti euro sta montando come un fiume in piena. E gli attacchi non arrivano solo dal Cavaliere.

venerdì 7 giugno 2013

Befera rivuole le ganasce sulle auto

Attilio Befera ne parla con una punta di nostalgia. Non arriva a rievocare i bei tempi di quando gli agenti del fisco potevano sequestrarti l'auto per un debito di pochi spiccioli, ma poco ci manca. «Chiunque faccia la riscossione ha difficoltà a riscuotere perché non è possibile fare azioni esecutive», si è lamentato il direttore dell'Agenzia delle entrate nonché presidente di Equitalia di fronte al Parlamento. Aggiungendo che occorrerebbe rivedere gli strumenti cautelativi, per esempio valutando la «reintroduzione del preavviso di fermo della autovettura. Altri strumenti coercitivi non ne vedo».

giovedì 6 giugno 2013

L'euro ci costa uno stipendio l'anno

Non è facile dipanare l’intreccio perverso degli effetti dell’unione monetaria europea e della crisi internazionale. Di sicuro il combinato disposto (e il numero di chi sostiene che i due fattori non siano affatto slegati si ingrossa giorno dopo giorno) ha fatto precipitare il nostro Paese nella recessione più violenta dal Dopoguerra ad oggi. Al di là delle valutazioni sui presunti benefici arrivati con l’introduzione dell’euro o, viceversa, sui vincoli troppo severi che hanno affossato ancora di più la nostra già debole economia, il bilancio che emerge dai numeri è abbastanza eloquente: dal 2000 ad oggi il Paese si è impoverito. E non di poco.

Martino: «Europa in mano ai bigotti Riprendiamo la sovranità»

Professor Antonio Martino, lei è euroscettico da tempo. Ora cosa pensa?
«Che Le mie preoccupazioni sono state confermate in misura molto più drammatica di quanto pensassi. L’Italia, ma tutta l’Eurozona non è in recessione, ma in profonda depressione. Negli ultimi anni abbiamo avuto un calo del reddito superiore a quello che si ebbe in America all’epoca della grande depressione del ’29. Negli ultimi tre anni sono morte 55mila imprese, i disoccupati hanno raggiunto quota 3 milioni. E ho notizia che gli immigrati non solo non cercano più di entrare in Italia, ma alcuni di loro tornano nei Paesi di origine».

mercoledì 5 giugno 2013

Savona: "Uscire dall'euro? Ci ridiano le chiavi di casa o prepariamoci ad ogni evenienza"

«O noi o loro». Dove loro sta per la Germania di Angela Merkel. Sono anni che Paolo Savona mette in guardia la classe dirigente italiana, ed europea, dai rischi che possono scaturire da un’unione azzoppata e incompleta. Anni in cui l’economista esperto di sistemi monetari e di politiche comunitarie (fu lui nel biennio 2005-2006 a guidare il Comitato tecnico governativo per la Strategia di Lisbona) ha continuato a ripetere che accanto ad un piano A per restare nell’euro i governi avrebbero dovuto preparare per tempo anche un piano B per sottrarsi alla morsa. Il tempo, ora, è scaduto. Ma prima di sbattere la porta, spiega a Libero, c’è spazio per «un ultimo tentativo che può e deve essere fatto». E questo tentativo ruota intorno ad una riforma dell’Europa le cui linee sono tratteggiate in un appello lanciato nei giorni scorsi dallo stesso Savona e da Pellegrino Capaldo. «Siamo finiti in una gabbia», taglia corto il professore, «ci ridiano le chiavi, altrimenti saremo costretti a prepararci ad ogni evenienza».

I soldi per le aziende? Ai sindaci

Può sembrare una beffa, ma nello stesso provvedimento che sblocca i debiti della Pa alle imprese, 400 milioni di soldi destinati ai quei pagamenti finiscono in tasca ai sindaci. Il rischio paventato dalle associazioni imprenditoriali si è puntualmente concretizzato con il via libera al decreto arrivato ieri dall’Aula del Senato.

sabato 1 giugno 2013

Ristrutturazioni e bonus, occhio a Iva e redditometro

Il ministro delle Infrastruttura, Maurizio Lupi, parla di «una scossa all’economia» e quantifica in 2 miliardi di pil l’effetto delle misure. Il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, ha stimato «un primo impatto macroeconomico che potenzialmente dovrebbe essere superiore a circa un decimo di punto di pil nel 2013». E l’effetto benefico si dispiegherà anche negli anni a venire. In quanto, ha spiegato, «gli interventi porteranno a minori costi per l’energia e al miglioramento delle performance delle apparecchiature utilizzate, che dovrebbe migliorare anche il potere d’acquisto delle famiglie».

Ci si può rifare casa. Risparmiando

Ristrutturazioni, efficienza energetica e persino i mobili. Con una settimana di ritardo rispetto alla tabella di marcia annunciata, l’esecutivo è riuscito a trovare la quadra sulla proroga delle agevolazioni edilizie, tirando fuori dal cilindro addirittura qualche sconto in più rispetto alle attese.
Il governo parla di «un forte potenziamento dell’attuale regime di detrazioni fiscali» avvertendo, però, che per tutti gli interventi si tratta dell’ultima occasione utile.