sabato 21 luglio 2012

Monti abolisce il Conto Arancio a zero spese

Sul sito internet campeggia ancora a caratteri cubitali la scritta “zero spese”. Ma per i clienti di Ing direct ottenere l'abbattimento totale dei costi sta diventando sempre più complicato. La realtà è che alla fine anche il mitico Conto Arancio (come del resto la concorrenza, a partire da CheBanca!) si è dovuto piegare all'austerity di Mario Monti, che ha tartassato senza pietà (anche se con qualche eccezione) qualsiasi tipo di prodotto finanziario.

Per i nuovi clienti l'azzeramento delle spese, prima automatico per tutti, è ora vincolato all'apertura contestuale di un Conto corrente Arancio e al soddisfacimento di una delle due condizioni: o giacenza media di almeno 5mila euro o accredito di pensione o stipendio. Per quanto riguarda i vecchi clienti, la brutta notizia sta arrivando proprio in questi giorni per mail. La formula è quella classica della “proposta di modifica unilaterale del contratto”. Una paginetta per comunicare ai clienti che l'imposta di bollo non sarà più, come è stato finora, a carico della banca ma del titolare del conto. Una doccia fredda che, in alcuni casi, sarà rimandata di dodici mesi e forse anche più. Come premio fedeltà per i vecchi clienti, infatti, anche a quest'ultimi verrà concessa per il 2012 la possibilità dell'azzeramento dei costi sulla base delle stesse condizioni previste per i nuovi.

Gli olandesi di Ing, comunque, non si nascondono dietro a un dito e fanno nomi e cognomi di chi ha provocato l'ennesimo alleggerimento delle nostre tasche. Il colpevole, inutile dirlo, si chiama Salva Italia. È lì che il governo dei professori ha introdotto la nuova imposta di bollo progressiva (dello 0,1% per il 2012 e dello 0,15% per il 2013) sui risparmi degli italiani. Nel dettaglio, però, le norme che riguardano Ing direct sono contenute nel cosiddetto decreto sulle semplificazioni fiscali, il dl 16/2012. Il provvedimento allarga, infatti, il nuovo regime fiscale a tutti i conti correnti, ai libretti postali e ai conti di deposito come il Conto Arancio. Con una curiosa penalizzazione proprio per quest'ultimi. Già a partire dall'importo minimo della tassa di 34,20 euro, che per i conti correnti è uguale al vecchio bollo, mentre per i conti deposito è più del doppio della vecchia imposta di 14,62 euro. E non è tutto. Il dl infatti stabilisce anche una soglia di esenzione totale per le giacenze sotto i 5mila euro. L'agevolazione, però, è qui qualcuno ci ha messo lo zampino, vale solo per conti correnti e libretti di risparmio, anche postali. Per tutti gli altri prodotti di risparmio, anche con pochi euro depositati bisognerà pagarne 34 al fisco. Il risultato è che Ing si è trovata costretta a cambiare le carte in tavola al solo fine, si legge nelle missive partite in questi giorni, «di ripristinare e salvaguardare l'equilibrio economico originariamente sotteso al contratto, in modo tale da neutralizzare gli effetti dell'incremento degli oneri tributari derivanti dal Decreto sul costo di gestione complessivo del prodotto a carico della banca (altrimenti insostenibile per quest'ultima)».

La stessa cosa, d'altra parte, stanno facendo i concorrenti. Lettere simili sono partite sempre in questi giorni da CheBanca!, del gruppo Mediobanca. Nelle mail, per indorare la pillola, si sottolinea che dal primo gennaio 2012 è scesa dal 27 al 20% (manovra della scorsa estate) la tassazione sugli interessi attivi e si annuncia un aumento dello 0,10% dei rendimenti sui depositi vincolati, ma la musica non cambia. Per vecchi e nuovi clienti, senza eccezioni, invece di “zero” l'imposta di bollo sarà «nella misura prevista dalla legge».

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