venerdì 25 maggio 2012

Squinzi in campo: «Giù le tasse»

È pacato e serafico, Giorgio Squinzi. Si auto definisce «un uomo del dialogo» e assicura di non volere la «luna», ma solo «un Paese normale». Sulle proposte per uscire dalla crisi, però, il neopresidente di Confidustria, ieri alla sua prima assemblea annuale, va dritto al punto: bisogna liberare le imprese dalla «zavorra del fisco», intervenire sulla Pubblica amministrazione, riaprire i rubinetti del credito alle imprese e riempire di contenuti concreti la listarella compilata dal governo tecnico sulla spending review.

Che Squinzi sia entrato prepotentemente sulla scena del dibattito politico lo si capisce subito dal regalino confezionato dall’Espresso (il settimanale di de Benedetti), che nel numero oggi in edicola dedica due pagine ad una presunta frode fiscale della Mapei, l’azienda del presidente di Confindustria. La Gdf di Milano avrebbe scoperto omesse dichiarazioni per 30 milioni nel periodo tra il 2004 e il 2008.
Episodi da verificare, che comunque indeboliscono poco la sostanza delle 4 «urgenze assolute» messe sul tavolo da Squinzi. In cima alla lista, manco a dirlo, c’è la questione fiscale. Si tratta di una «zavorra intollerabile che si aggiunge ad altre zavorre». Basti pensare che la pressione reale complessiva (il total tax rate) in Italia è «al 68,5% contro il 52,8% della Svezia, il 46,7% della Germania, il 37,3% del Regno Unito». L’altro nodo «urgente» da sciogliere è «la carenza e i costi del credito alle imprese». Questione che «sta soffocando il tessuto produttivo». Per questo è necessario «che le banche diano attuazione concreta alla moratoria concordata a febbraio nonché al protocollo sui crediti verso la Pa». In ogni caso, aggiunge Squinzi, «i ritardi con cui vengono pagati i debiti dello Stato verso le imprese non sono più tollerabili e non sono degni di un Paese civile». Qualsiasi intervento del governo dovrà poi passare per il taglio della spesa pubblica. Solo così, spiega Squinzi, sarà possibile ridurre la pressione fiscale e rilanciare i consumi interni. D’altra parte, dice il presidente di Viale dell’Astronomia raccogliendo l’applauso della platea di 3mila imprenditori, «gli italiani stanno sopportando grandi sacrifici e non capiscono perché l’azienda Stato non possa risparmiare» come fanno imprese e famiglie.

Su questo fronte serve «un impegno serio, determinato, continuo. Non possiamo accontentarci di una spending review che sia solo una bella analisi dei tagli possibili. Servono tagli veri».
«Per crescere», dice infine Squinzi, «è anche necessario liberare le energie che il nostro paese possiede, affrancare i cittadini e le imprese dai vincoli opprimenti che ostacolano la libera iniziativa». La riforma della Pa, spiega, «è la madre di tutte le riforme».
Le proposte di Confindustria non passano inosservatE. «Le gravi difficoltà che il Paese sta vivendo», fa notare Giorgio Napolitano in un messaggio inviato a Squinzi, pongono «al centro dell’attenzione istituzionale e politica il sistema delle imprese». Concetto ribadito dal presidente del Senato, Renato Schifani, quando avverte che «la politica è chiamata doverosamente a dare immediate risposte». Discorso «lucido e concreto», taglia corto il viceministro dell’Economia, Vittorio Grilli, «ma i problemi indicati sono già nell’agenda di governo». Mentre il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, rivolgendosi direttamente agli imprenditori, ribalta la frittata: «Il nostro impegno per uno sforzo aggiuntivo c’è tutto, ma il Paese si aspetta molto dalla sua industria perché il benessere di tutti dipende dalla vostra capacità e dal vostro impegno».

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