venerdì 18 maggio 2012

Monti studia come farci fallire meglio

Tutto è in arrivo, ma nulla arriva. C’era grande attesa, ieri, per una serie di provvedimenti più volte annunciati dal governo per allentare la presa su imprese e famiglie. Da una parte le novità in materia fiscale, dall’altra le norme sulla certificazione dei crediti della Pa. Nei giorni scorsi si era detto che i tecnici di Via XX Settembre e dello Sviluppo stessero lavorando febbrilmente alla definizione dei dettagli per consentire a Mario Monti di presentarsi alla visita all’Agenzia delle Entrate con il pacchetto di riforme in mano. Così non è stato.

Le buone intenzioni, però, non mancano. Soprattutto sulle nuove norme, che dovrebbero finire in un ddl, per codificare e accompagnare i fallimenti personali di piccoli imprenditori e di privati cittadini. In altre parole, il governo vuole metterci in condizioni di dichiarare più facilmente bancarotta, senza farla troppo lunga. Come accade per le imprese, arriverà un commissario di Equitalia, che gestirà la ristrutturazione del debito con il fisco, ci offrirà una una diversa rateazione e, forse, ci eviterà i pignoramenti. C’è poi il calo dell’aggio, ovvero la remunerazione della società di riscossione che viene caricata sui debiti fiscali. Oggi è all’assurda percentuale del 9% e da tempo si vocifera di una riduzione di almeno due punti. Ipotesi che era entrata e poi uscita dal Salva Italia. nello stesso provvedimento, però, all’articolo 13quater si stabilisce che ogni anno, con decreto non regolamentare, il ministero dell’Economia determini il rimborso dei costi fissi della riscossione, in misura percentuale delle somme iscritte a ruolo, in base ai carichi di lavoro annui, all’andamento delle riscossioni coattive e al processo di efficientamento delle attività del gruppo. Il tutto, si legge, deve garantire  al contribuente oneri inferiori a quelli in essere. Ma allo stesso tempo non deve comportare oneri aggiuntivi per lo Stato. Ed ecco spiegato perché tutto è fermo.

Al tavolo Befera-Monti si sarebbe parlato anche dell’innalzamento da 8mila a 20mila euro per la soglia oltre la quale Equitalia può iscrivere un’ipoteca e di rate più flessibili. Norme, però, già varate. Ennesima fumata nera, invece, sui debiti della Pa verso le imprese. Ora i decreti in arrivo sarebbero quattro. Il provvedimento sulle certificazioni potrebbe essere sdoppiato: una versione per l’amministrazione centrale, una seconda per gli enti locali. Gli altri decreti sono relativi alle compensazioni e al fondo di garanzia.  Ma i nodi da sciogliere, secondo quanto emerso dall’incontro di ieri tra il dirigente generale del Tesoro, Andrea Montanino, e i rappresentanti delle imprese, sono ancora molti. Se i tecnici dovessero trovare la quadra durante la notte, oggi il viceministro dell’Economia Vittorio Grilli potrebbe convocare di nuovo i vertici delle associazioni imprenditoriali e bancarie.

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