venerdì 9 marzo 2012

Il governo pasticcia sulle tlc. Telecom in rivolta

Telecom ha subito tirato fuori l’artiglieria pesante. Le minacce sull’impatto occupazionale della norma, inserita nel decreto semplificazioni (su cui ieri è arrivata la fiducia), che potrebbe togliere al gruppo i guadagni derivanti dalla manutenzione della rete ha costretto persino il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, e la Cgil a scendere in campo a fianco del “padrone” Franco Bernabé. Il Pdl non sembra intenzionato a fare passi indietro su quella che per certi aspetti appare la norma più “liberalizzatrice” di tutti i pacchetti del governo. Così come la Lega e il Pd, che hanno presentato gli emendamenti “incriminati”, e l’Idv. La grana però c’è. L’Agcom, su richiesta della direzione Comunicazioni del ministero dello Sviluppo, ha espresso parere negativo, spiegando che la materia non è competenza del Parlamento e che lasciare gli operatori alternativi liberi di risparmiare sui costi di affitto della rete togliendo a Telecom il monopolio della manutenzione violerebbe addirittura le norme comunitarie. Contatti informali già intercorsi tra Bruxelles e il ministero, secondo quanto risulta a Libero, avrebbero confermato il problema. L’Aiip (l’associazione degli internet provider) sostiene invece che c’è un precedente in Francia e che Telecom già appalta a terzi i servizi. Il governo sta studiando una soluzione, anche se resta da capire perché sull’emendamento sia arrivato il parere favorevole dell’esecutivo (che aveva già pasticciato sui precari della scuola). Chi sta tifando per il mantenimento della norma è l’Istituto Bruno Leoni, secondo cui «è corretto e auspicabile garantire agli operatori alternativi la possibilità di pagare a Telecom solo l’affitto della risorsa, acquistando i servizi accessori sul mercato».

© Libero