sabato 17 marzo 2012

Il Financial Times scarica Monti: "Doveva tagliare la spesa, ha aumentato le tasse""

«Gli investitori hanno ritrovato l’entusiasmo per i titoli di Stato italiani ma restano i timori sul futuro economico dell’Italia». La luna di miele tra Mario Monti e la City sembra già finita. A gennaio il Financial Times sembrava avere occhi solo per il nostro presidente del Consiglio. Dopo un decennio di «governo da cabaret», scriveva il prestigioso quotidiano della comunità finanziaria di Londra verso la metà del mese, l’Italia ora è governata da «gente seria». Monti, si leggeva nel famoso spazio della Lex Column, «ha avuto un buon inizio» e sta cominciando ad affrontare «le radicate rigidità dell’economia».

Qualche giorno dopo, un altro commento firmato dal professor Philip Stephens, noto commentatore del quotidiano, era addirittura titolato: «L’Europa poggia sulle spalle di Monti». Il senso del lungo articolo grosso modo simile all’altro. Dopo un’assenza di decenni (sempre per colpa, ovviamente, di Silvio Berlusconi), scriveva l’analista, l’Italia e tornata in modo positivo alla ribalta. Il professore descriveva Monti come un accademico serio così come il suo programma, arrivando addirittura ad argomentare che «il suo destino potrebbe coincidere con quello dell’Europa». Anche perché il suo passato «da riformatore liberale» gli consente di «parlare chiaro alla Germania». Ed ecco la classifica commentata dei principali leader europei: «La tedesca Angela Merkel è al vertice del potere europeo, il francese Nicolas Sarkozy può rivendicare di essere il leader più energetico». Ma Monti, concludeva il professore, «è il più interessante».

La musica, dopo poco più di un mese, sembra essere cambiata. Una delle preoccupazioni più volte espresse dal Financial Times nei mesi scorsi era quella del mancato effetto del governo tecnico sullo spread tra Btp e Bund. «Gli sforzi di Monti», scriveva il quotidiano,  «non si sono riflessi sui mercati dei titoli pubblici». Ora su quel fronte il giornale londinese è pronto a riconoscere i meriti del professore. L’entusiasmo su Bot e Btp è tornato, si legge in un articolo pubblicato ieri. Sul resto, però, di entusiasmo ce n’è poco. Secondo FT la terza economia dell’eurozona ha una perenne «sotto-performance» e continuerà ad essere afflitta da una bassa crescita ed un alto debito pubblico per anni a venire. Non solo. Il Paese è ricaduto in recessione, la disoccupazione ha raggiunto i massimi da dieci anni e i consumi sono crollati ai livelli di 30 anni fa, scrive il quotidiano della City, citando gli ultimi dati diffusi. Le misure di austerity peggioreranno il quadro economico italiano, aggiunge l’Ft.
E a commentare adesso non c’è più il professor Stephens, ma l’italiano Pierpaolo Benigno, professore di economia alla Luiss. Il quale spiega fuori dai denti che i mercati internazionali hanno dato a Monti troppo credito «per aver fatto poco». Doveva concentrarsi nel ridurre la spesa, è la sintesi di Benigno, e invece ha aumentato le tasse. Goodbye.

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