giovedì 13 ottobre 2011

La Casta ci scippa lo sconto sul telefono

Volete sapere l’ultima della casta? I parlamentari stanno pressando l’authority per le tlc per farci aumentare la bolletta, tanto loro non la pagano.

Lo scenario è questo: al marzo 2011 nel nostro Paese le tariffe per la terminazione mobile (ovvero il pedaggio che il gestore di tlc fa pagare per far transitare la telefonata da un fisso, o da un altro cellulare, sulla sua rete mobile) erano più alte del 55% rispetto alla media dei Paesi più industrializzati della Ue. Il fenomeno è ben noto a chiunque paghi la bolletta del telefono fisso in Italia. Non c’è offerta, infatti, anche la più vantaggiosa o quella che include gratuitamente nel canone di abbonamento pure le telefonate in Malesia o in Nuova Zelanda, che non faccia pagare a parte le chiamate verso i telefonini. Se poi, sprezzanti del pericolo e incuranti degli avvertimenti indiretti, ci provate, bastano pochi minuti per veder sfumare tutti i risparmi che avevate messo in conto attraverso una minuziosa ed estenuante ricerca dell’operatore più conveniente. Il fatto è che le compagnie scaricano gli alti costi che devono sostenere per far transitare le telefonate sui cellulari degli altri operatori sulle tariffe degli utenti.

Il meccanismo, deciso dalle autorità di controllo del settore, era nato per sostenere lo sviluppo della telefonia mobile negli anni in cui ce n’era bisogno, ma è poi diventato uno strumento anticoncorrenziale, visto che i maggiori ricavi sono adesso utilizzati dagli operatori mobili per abbassare le proprie tariffe e rubare clienti al fisso con prezzi più vantaggiosi. Nasce da qui il trend europeo di riduzione delle tariffe che, molti mesi fa, è stato avviato anche dalla nostra Agcom. Solo che, sotto il peso di lobby di ogni tipo, l’authority guidata da Corrado Calabrò è stata un po’ troppo timida e ha proposto un piano di abbassamento dei costi di terminazione mobile troppo graduale e che, anche a regime, nel 2015, ci lascerà sempre con i prezzi più alti d’Europa.

La cosa non è sfuggita alle associazioni dei consumatori e agli operatori con un forte business nel fisso, più penalizzati dalle tariffe alte, ma soprattutto a Bruxelles, che lo scorso luglio ha incalzato l’authority sostenendo che «il piano italiano di adeguamento è in ritardo rispetto alla data fissata dalla raccomandazione europea» e che i prezzi proposti «sono al di sopra della media europea». Qualche giorno dopo anche il numero uno dell’Antitrust, Antonio Catricalà, ha bacchettato il collega Calabrò giudicando troppo morbido il taglio. Come se non bastasse, a settembre è intervenuta di nuovo la commissaria Ue all’Agenda digitale, Neelie Kroes, invitando l’Agcom a rivedere le sue decisioni e negando che «la riduzione delle tariffe di terminazione, a un livello prossimo al loro costo effettivo, abbia un impatto negativo sulla concorrenza nei mercati delle telecomunicazioni e vada contro gli interessi dei consumatori».
Il concetto sembra forte e chiaro, eppure a difesa delle tariffe alte e di un prolungamento dell’attuale regime almeno fino al luglio 2012 (si dovrebbe, invece, partire a gennaio), si è creato niente meno che un asse bipartisan in Parlamento. Può sembrare incredibile, ma è questo il senso della lettera inviata ieri all’Agcom dai deputati del Partito democratico Francesco Boccia, Paola De Micheli, Stefano Graziano, Andrea Lulli, Fabrizio Morri, Francesco Sanna , Marco Stradiotto, Guglielmo Vaccaro e Luigi Vimercati. Missiva praticamente identica era partita la scorsa settimana dai banchi del Pdl, a firma Giorgio Lainati, Isabella Bertolini, Amato Berardi, Giorgio Stracquadanio, Gabriella Giammanco e Michele Traversa. La tesi, quanto meno bizzarra, è che «i prezzi di terminazione rappresentano una delle voci di ricavo indispensabili alla remunerazione dei costi di servizio per l’industria mobile, da poco chiamata a contribuire alla crescita del Paese attraverso quasi 4 miliardi investiti nell’asta per l’assegnazione delle frequenze». Tra i motivi dell’appello, state attenti, c’è anche l’esigenza di «evitare effetti negativi per i consumatori finali». Hai visto mai che qualcuno, vedendo la bolletta più bassa, ci rimanga stecchito?


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