mercoledì 12 ottobre 2011

Il Pdl accelera sul condono e attacca Giulio «Savonarola»

Si arroventano le polemiche sul condono. Malgrado la smentita ufficiale di Palazzo Chigi e quella a mezzo stampa di Giulio Tremonti della scorsa settimana, l’ipotesi di infilare una sanatoria nel decreto sviluppo o in un provvedimento collegato alla legge di stabilità continua a far discutere non tanto le opposizioni, che in questi giorni stanno sfoderando tutto l’armamentario “indignatorio” in loro possesso, quanto la maggioranza. Dal Tesoro è arrivato l’ennesimo no per bocca del sottosegretario Luigi Casero, secondo il quale anche Bruxelles impedirebbe passi in questo senso poiché metterebbe in discussione gli importi di lotta all’evasione inseriti in manovra.

Ma l’idea della sanatoria piace a molti nel Pdl. Tra i principali sponsor c’è il capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto, secondo cui per recuperare le risorse necessarie all’abbattimento del debito non si può escludere «a priori un condono, nel caso in cui non bastino le risorse recuperate con interventi fiscali, innalzamento dell’età pensionabile e vendita degli immobili». Tanto per mettere le cose in chiaro, Cicchitto se la prende poi direttamente con Tremonti, accusato di pensare più alle crociate che alla crescita. «Per lui», dice in un’intervista che comparirà oggi sul Foglio, «la lotta all’evasione è il modo per realizzare in questo mondo corrotto il messaggio di Savonarola».
A non considerare il condono un tabù c’è anche un ministro come Saverio Romano, che parla «dell’oggettiva necessità di reperire risorse attraverso meccanismi non punitivi». Ed è proprio questo il punto su cui, al di là del battibecco in corso, starebbe ragionando il Cavaliere. Sul tavolo di Silvio Berlusconi c’è da diversi giorni un dossier di Denis Verdini, che non sembrerebbe lasciare molte alternative. Numeri alla mano, secondo il coordinatore del Pdl se non si studia una forma di condono la strada della patrimoniale, provvedimento “punitivo” che il premier non esclude a priori, ma che preferirebbe evitare anche in forma soft, diverrebbe obbligata. Anche di questo si è parlato nell’incontro di ieri mattina tra il premier e il ministro Romani sul dl sviluppo. A puntare i piedi, inutile dirlo, l’asse Bossi-Tremonti. Dopo un lungo vertice a Via Bellerio i due avrebbero ribadito il no ai condoni e la necessità di un decreto a costo zero.


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