venerdì 28 ottobre 2011

Bruxelles salva le banche e le Borse

L’Europa e l’Italia sembravano a un passo dal baratro. Sono bastate poche ore per far esplodere un’euforia che non si vedeva da tempo. L’accordo tra i leader della Ue arrivato nella notte di mercoledì sulle misure anti-crisi ha scatenato un’ondata di acquisti che ha fatto balzare gli indici di tutte le principali piazza finanziarie. Con la Borsa di Milano che ha guadagnato circa il 5,49% e Francoforte il 5,35%. Parigi è volata addirittura a +6,28%, mentre Londra si è fermata a +2,8%. L’euro è risalito a 1,41 sul dollaro. E il differenziale tra Bund e Btp è sceso intorno a 360 punti.

Resta da vedere se i festeggiamenti proseguiranno anche nei prossimi giorni, quando banche e governi si faranno i loro conti. Anche perché, come dice il cancelliere tedesco Angela Merkel, «abbiamo un buon pacchetto, ma credo che dobbiamo fare ancora molti passi avanti».
Per ora, le misure messe nero su bianco dalla Ue riguardano sostanzialmente il fondo salva-stati e la ricapitalizzazione delle banche, che dovranno svalutare i titoli greci in portafoglio. Sul primo punto l’Efsf aumenterà la sua potenza di fuoco di 4-5 volte, fino a raggiungere i 1.000 miliardi. La miracolosa moltiplicazione delle risorse avverrà attraverso due canali: vendendo assicurazioni sui titoli dei Paesi sotto attacco dei mercati e con uno strumento ad hoc, lo “special purpose vehicle”, che attrarrà fondi da investitori esterni (principalmente economie emergenti) e istituzioni (come l’Fmi).

Per quanto riguarda il mondo bancario due sono le misure. La prima prevede un taglio del valore nominale dei titoli di Stato greci del 50% in pancia a istituti di credito e assicurazioni. Accettando queste perdite, le banche assicureranno al debito greco di tornare nel 2020 al 120% sul pil. Obiettivo che sarà raggiunto anche grazie ad un contributo ulteriore del programma di aiuti pari a 130 miliardi entro il 2014.
Il salasso vero arriverà però dalla ricapitalizzazione di tutte le banche già sottoposte agli stress test, cioè 90 in tutto, che entro giugno dovranno avere patrimoni più solidi (core tier 1 al 9%). Tradotto in cifre, significa 106 miliardi in tutto, di cui 14,7 per le italiane. Per rifinanziarsi dovranno trovare prima capitali propri, anche attraverso ristrutturazioni e cartolarizzazioni, poi potranno chiedere l’intervento degli Stati e solo in ultima battuta può intervenire l’Efsf.

Quanto all’Italia, gli impegni presi da Silvio Berlusconi raccolgono il plauso di tutti i leader Ue, con Olli Rhen che parla di «misure chiare» e di «un calendario ambizioso», ma non fanno calare l’attenzione di Bruxelles. Da oggi, spiegano nei palazzi del potere comunitario, l’Italia è «sotto sorveglianza costante», anche perché, come ha detto Nicolas Sarkozy, «se avessimo lasciato cadere la Grecia, dopo sarebbe toccato all'Italia. E poi sarebbe stata la fine dell'Europa». L’Italia fa, in sostanza, da cavia alla nuova governance rafforzata, con la nomina di Rhen a supercommissario per l’Euro, che dà alla Commissione Ue anche il potere di intervenire direttamente nelle manovre finanziarie dei Paesi sotto controllo.


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