lunedì 31 ottobre 2011

Galassi: «Confapi non è Confindustria: qui l’unione fa la forza»

«Oltre alle querele per le gravi affermazioni sui nostri bilanci, che sono certificati e approvati da tutti gli organismi direttivi e di controllo, abbiamo già provveduto ad avviare una serie di provvedimenti disciplinari, perché nell’associazione esistono delle regole e vanno rispettate». La sensazione, a sentire il numero uno di Confapi, Paolo Galassi,  è che i presidenti territoriali che continuano ad annunciare scissioni e fughe, possano essere sbattuti fuori ancor prima di riuscire ad andarsene. Ma il presidente nazionale dell’associazione che rappresenta circa 60mila imprese non ci sta a parlare di rottura. «La settimana scorsa abbiamo approvato il bilancio con l’86% dei voti, la realtà è che le territoriali in protesta rappresentano solo 3-4 mila imprenditori su 120 mila iscritti e che molti associati non sono neanche a conoscenza delle manovre dei loro presidenti».

Terminazione mobile. Pdl e Bruxelles in pressing per abbassare le tariffe dei cellulari

Contrordine compagni. Dopo le lettere di nove deputati del Pd, cinque del Pdl e uno della Lega per chiedere all’Agcom di far slittare a luglio la riduzione delle tariffe di terminazione mobile (il pedaggio che un operatore paga all’altro per far transitare la telefonata sui suoi cellulari e che, seppure indirettamente, pesa sulle alte tariffe fisso-mobile a carico degli utenti) prevista per gennaio, il centrodestra è sbarcato in massa nella partita, con un appello sottoscritto da 40 parlamentari.

venerdì 28 ottobre 2011

Bruxelles salva le banche e le Borse

L’Europa e l’Italia sembravano a un passo dal baratro. Sono bastate poche ore per far esplodere un’euforia che non si vedeva da tempo. L’accordo tra i leader della Ue arrivato nella notte di mercoledì sulle misure anti-crisi ha scatenato un’ondata di acquisti che ha fatto balzare gli indici di tutte le principali piazza finanziarie. Con la Borsa di Milano che ha guadagnato circa il 5,49% e Francoforte il 5,35%. Parigi è volata addirittura a +6,28%, mentre Londra si è fermata a +2,8%. L’euro è risalito a 1,41 sul dollaro. E il differenziale tra Bund e Btp è sceso intorno a 360 punti.

mercoledì 26 ottobre 2011

Mezzo accordo sulle pensioni. Ma la riforma c'era già

Niente interventi sulle pensioni d’anzianità. Ritocchi per quelle di vecchiaia. Stretta sui trattamenti d’invalidità e su quelli di reversibilità. Non è, probabilmente, proprio quello che l’Europa si aspetta, né quello che voleva Silvio Berlusconi. Ma i margini di manovra per evitare di presentarsi al vertice Ue con una crisi di governo in atto erano strettissimi. La Lega non ha ceduto su quasi nulla. I veti contrapposti delle varie anime della maggioranza e dei duellanti che guidano i ministeri economici hanno fatto il resto. 

Il grande fratello fiscale ci controllerà pure i decoder e la palestra

Se state per comprare una nuova lavatrice, avete deciso di iscrivervi in palestra o volete guardarvi un film sulla pay tv, pensateci due volte. Un esattore del fisco potrebbe bussare alla vostra porta e chiedervi dove avete trovato tutti quei soldi. Mentre circolano bozze di provvedimenti anti-crisi con 12 condoni e gli esperti della Confcommercio ci spiegano che le tasse italiane sono le più alte d’Europa da almeno dieci anni, l’Agenzia delle Entrate ha presentato ufficialmente il nuovo redditometro. Cinque aree geografiche, undici tipi di nuclei familiari e cento voci di spesa divise in sette categorie (abitazione, mezzi di trasporto, assicurazione e contributi, istruzione, attività sportive e ricreative e cura delle persona, altre spese significative, investimenti immobiliari e mobiliari netti). Dalla barca al cavallo, dal mobile d'antiquariato all'iscrizione al circolo sportivo o alla palestra. Ma anche asili, elettrodomestici, telefoni cellulari, bollette del gas, spese per colf, abbonamenti pay tv, fino alle donazioni alle onlus. Tutto, o quasi, finirà nel mirino del fisco. E, piaccia o no, il reddito di 22 milioni di famiglie, per circa 50 milioni di contribuenti, dovrà in qualche modo incastrarsi dentro una serie di griglie predefinite.

martedì 25 ottobre 2011

Paura del fuggi-fuggi. Emma s’inchina a Marchionne

Nei giorni dello strappo gliele aveva cantate. «Le motivazioni della Fiat non stanno in piedi», aveva tuonato Emma Marcegaglia, esprimendo «disappunto» per la decisione del Lingotto di uscire da Viale dell’Astronomia. Assai diversa la scena offerta ieri, a poco più di venti giorni di distanza, agli industriali di Torino, condita da abbracci calorosi e dichiarazioni di affetto. «Non abbiamo mai litigato, il rapporto personale è ottimo come sempre», ha cinguettato la presidente Confindustria, aggiungendo frasi del tipo: «la Fiat è sulla sua strada e sa quello che deve fare»; «trovo molto chiaro e serio il percorso fatto da Sergio Marchionne»; «siamo uniti per migliorare il Paese».

domenica 23 ottobre 2011

La Marcegaglia gioca la carta europea e flirta con Maroni

«Lo dico a te, e sai quanto ti stimo». Gli dà del tu, Emma Marcegaglia. Ed è a lui, che di mestiere fa il ministro dell'Interno e in tasca ha la tessera del partito che più di ogni altro ha osteggiato la riforma delle pensioni tanto invocata da Confindustria, che il numero uno di Viale dell'Astronomia si affida per sbloccare il decreto sviluppo, «ritrovare la coesione» ed evitare che «l'italia venga commissariata dall'Europa». I giovani industriali volevano tenere fuori i politici e si ritrovano invece ad essere testimoni dell'investitura del titolare del Viminale come nuovo interlocutore di un esecutivo a cui ormai la Marcegaglia sembra non rivolgersi neanche più, preferendo lanciare appelli direttamente ai leader europei.

sabato 22 ottobre 2011

Piccole Emma crescono. I giovani di Confindustria chiedono un altro premier

I politici non ci sono, ma la politica non è mai stata così presente. Dal palco dei giovani industriali riuniti per la tradizionale kermesse di Capri, il presidente Jacopo Morelli denuncia «l’inerzia che acuisce la crisi», «la mancanza di leadership che sappia guidare», «l’incapacità di passare dal dire al fare», in un discorso paradossalmente tutto rivolto agli assenti. A quei ministri lasciati per la prima volta fuori dalla porta con un gesto che voleva essere di rottura e di cambiamento ma che, alla fine, non ha fatto altro che focalizzare ancora di più l’attenzione dei giovani imprenditori sul duello con la politica piuttosto che sulle iniziative concrete per aiutare il Paese ad uscire dal pantano che molti questa volta si aspettavano.

venerdì 21 ottobre 2011

Scoppia la guerra dei dati sulle tariffe dei cellulari

Esplode la bufera sulle nuove tariffe telefoniche. Dopo le bizzarre lettere anti-tagli dei deputati Pd e Pdl all’Agcom e la clamorosa dichiarazione del leghista Jonny Crosio, che ad agosto denunciava gli extraprofitti delle compagnie tlc, mentre due giorni fa si è schierato contro un’altra tassa a carico delle imprese, torna in campo Altroconsumo, che già durante l’estate aveva denunciato (al fianco di Bruxelles e Antitrust) il livello  delle nostre tariffe di terminazione mobile rispetto a quelle europee e i ritardi dell’authority nell’applicare le riduzioni previste.

giovedì 20 ottobre 2011

Anche la Lega nella casta che tifa per il caro-telefono

Eravamo un po’ in ansia per la defezione, ma alla fine anche la Lega ha fatto il suo ingresso ufficiale nel club bipartisan di parlamentari che ha deciso di schierarsi clamorosamente contro la riduzione delle nostre bollette telefoniche. La scorsa settimana  avevamo riferito delle lettere spedite all’Agcom da un gruppo di deputati del Pdl prima e da uno del Pd poi per chiedere di congelare  il taglio delle tariffe di terminazione mobile che dovrebbe scattare a gennaio. Si tratta, in sostanza, del costo che le imprese pagano per far transitare le telefonate sui cellulari degli altri operatori e che viene scaricato in bolletta. A scendere in campo contro una sforbiciata che Bruxelles, Antitrust e associazioni dei consumatori vorrebbero semmai più consistente e rapida, questa volta, è Jonny Crosio, componente leghista della Commissione trasporti della Camera. Secondo il parlamentare del Carroccio, «a fronte di investimenti così ingenti» delle imprese nell’asta delle frequenze, «non si comprende come l’autorità possa imporre un’altra tassa». Meglio, spiega, bloccare tutto e introdurre «riduzioni annue più graduali rispetto a quelle proposte». È impossibile  pensare che fosse lo stesso Jonny Crosio, lo scorso 2 agosto, a firmare un’interrogazione (4-12898)   in cui si legge:   la riduzione proposta dall’Agcom lascia «livelli tariffari superiori alla media Ue di oltre il 50%»; che l’autorità ha previsto tempi troppo lunghi, «con ricadute particolarmente negative sulle bollette dei cittadini italiani che ancora non possono usufruire di offerte vantaggiose per chiamare i cellulari dal telefono di casa». Senza parole.

© Libero

sabato 15 ottobre 2011

Stretta sugli agenti e via i buoni pasto agli statali

Qualcuno esce soddisfatto, altri con le ossa rotta. Il giorno più lungo del governo è iniziato con il voto di fiducia ed è finito con un faticoso Consiglio dei ministri sulla legge di stabilità in cui Silvio Berlusconi ha dovuto gestire la divisione dei pani e dei pesci decisa da Giulio Tremonti per evitare che, dopo il via libera della Camera, l’esecutivo perdesse qualche pezzo per colpa del ministro dell’Economia. Alla fine, malgrado i mugugni e i malumori, Ignazio La Russa assicura che tutti hanno votato il ddl. Di sicuro lo ha fatto a malincuore Ferruccio Fazio, che si è visto togliere a sorpresa da sotto il naso circa un miliardo che doveva finire all’edilizia sanitaria. «Sto facendo una battaglia importante, e mi auguro di vincerla», aveva detto solo qualche ora prima il ministro della Salute.

venerdì 14 ottobre 2011

Bankitalia detta un’altra manovra: rimettete l’Ici

Bisogna trovare risorse per lo sviluppo, ma serve anche la manovra aggiuntiva. Il peso del fisco è diventato eccessivo, ma si potrebbe reintrodurre l’Ici. Se a parlare non fossero due autorevoli organismi economici come Bankitalia e Bce si potrebbe pensare ad uno scherzo. Invece, le frasi sono nero su bianco in due distinti documenti ufficiali. Il primo è il bollettino di ottobre della Bce. Il secondo è il reseconto parlamentare dell’audizione al Senato di Daniele Franco, capo della ricerca economica di Via Nazionale.

giovedì 13 ottobre 2011

Troppi tagli: la Prestigiacomo si «dimette»

Sui provvedimenti economici si è ormai arrivati alla rissa. Con mezzo governo infuriato contro Giulio Tremonti al punto, come ha fatto Stefania Prestigiacomo, di annunciare il voto contrario sulla legge di stabilità sia in Consiglio dei ministri sia in parlamento. Nessun sostegno, ha tuonato in serata, ad un testo che «di fatto cancella il ministero dell’Ambiente». Per nulla contento di come si stanno mettendo le cose è anche Paolo Romani, che nella bozza del ddl che continua a circolare tra i ministeri si è visto tagliare con un colpo netto la bellezza di 800 milioni che avrebbe voluto destinare al progetto della banda larga. Decurtazione a cui si aggiunge la minaccia di pesanti (ed aggiuntive rispetto ai 7 miliardi complessivi che riguarderanno tutto il governo) riduzioni di budget per il suo dicastero. Operazione che diventerebbe possibile sempre grazie ad una norma inserita da Tremonti nel ddl stabilità per punire i ministri che non rispettano i suoi obiettivi di spesa.

Giulio sfrutta il caos e frega pure Romani

Essere finito sul banco degli imputati per lo scivolone del governo sul rendiconto di bilancio non sembra aver prodotto effetti di sorta. Anzi, ancor prima che si spegnessero le polemiche sulla sua assenza in aula Giulio Tremonti ha voluto subito offrire altri spunti di riflessione puntando il mirino in direzione di Paolo Romani.

La Casta ci scippa lo sconto sul telefono

Volete sapere l’ultima della casta? I parlamentari stanno pressando l’authority per le tlc per farci aumentare la bolletta, tanto loro non la pagano.

mercoledì 12 ottobre 2011

Il Pdl accelera sul condono e attacca Giulio «Savonarola»

Si arroventano le polemiche sul condono. Malgrado la smentita ufficiale di Palazzo Chigi e quella a mezzo stampa di Giulio Tremonti della scorsa settimana, l’ipotesi di infilare una sanatoria nel decreto sviluppo o in un provvedimento collegato alla legge di stabilità continua a far discutere non tanto le opposizioni, che in questi giorni stanno sfoderando tutto l’armamentario “indignatorio” in loro possesso, quanto la maggioranza. Dal Tesoro è arrivato l’ennesimo no per bocca del sottosegretario Luigi Casero, secondo il quale anche Bruxelles impedirebbe passi in questo senso poiché metterebbe in discussione gli importi di lotta all’evasione inseriti in manovra.

lunedì 10 ottobre 2011

Magia delle banche: i tassi scendono, i mutui salgono

I tassi scendono, i mutui salgono. Può sembrare un paradosso, ma è questo il senso dell’ennesima stangata che si è abbattuta negli ultimi mesi sulle tasche degli italiani per colpa della crisi dei debiti sovrani (con lo zampino delle banche). I numeri parlano chiaro. Il calcolo complessivo lo ha fatto Bankitalia qualche settimana fa: ad agosto il tasso di interesse medio sui prestiti è arrivato a quota 3,70%. A luglio era il 3,51%, mentre ad agosto del 2010 si attestava al 2,86%. Si tratta dell’incremento maggiore dal novembre del 2010 e del record degli ultimi mesi.

Grande fratello fiscale. Tremonti inventa la scusa per spiare i nostri conti

C’era una volta un professore di diritto tributario che credeva nella curva di Laffer (meno tasse, più gettito) e che considerava il «condono non una bella cosa, ma con una sua logica, quando l’evasione si è stratificata a causa soprattutto delle aliquote troppo elevate» (Ansa del 31-1-2003). C’è oggi un ministro che definisce il condono «una minaccia all’afflusso di nuove entrate» fiscali e che annuncia con orgoglio «il superamento del segreto bancario non per completare l’accertamento, ma per partire da qui, invertendo il processo, per vedere se i dati bancari da cui si parte coincidono a valle con le dichiarazioni presentate». Difficile trovare collegamenti tra i due, se non fosse che all’anagrafe di Sondrio risultano registrati entrambi con il nome di Giulio Tremonti.

sabato 8 ottobre 2011

Pdl in ordine sparso sul condono

Silvio Berlusconi giura che il decreto sviluppo arriverà entro metà ottobre. Palazzo Chigi assicura che non ci sarà alcun condono. Parole che difficilmente possono mettere fine al balletto di dichiarazioni sui contenuti e sui tempi che ormai ogni giorno riempiono le pagine dei giornali e i lanci delle agenzie di stampa.

La Marcegaglia ha paura dell’esodo

Da una parte il disappunto, dall’altra il rispetto. L’analisi del clamoroso strappo della Fiat è arrivata, a bocce ferme, in una lettera inviata giovedì a tutti i presidenti del sistema confindustriale che somiglia molto ad un tentativo di serrare i ranghi. Nella missiva Emma Marcegaglia si sofferma sulle implicazioni e sul significato dell’addio del Lingotto, a partire dalla questione dei contratti. «Va rispettata sempre», scrive la presidente di Viale dell’Astronomia, «la scelta di ogni singola impresa di aderire o meno al nostro sistema di rappresentanza. Confindustria è e deve assolutamente rimanere una associazione volontaria di liberi imprenditori».

venerdì 7 ottobre 2011

Addio banda larga. Le big delle tlc archiviano il tavolo Romani e spingono 3 fuori dal mercato


Nancy Kroes si è sgolata anche ieri da Bruxelles per chiedere un’accelerazione sulla rete di nuova generazione attraverso la progressiva riduzione dei prezzi di accesso alla rete in rame e la previsione di progetti di switch-off che garantirebbero un cospiscuo ritorno degli investimenti. Ma proprio mentre il commissario Ue per l’Agenda digitale parlava, da Capri, nel corso di una kermesse organizzata da Between, i principali operatori telefonici italiani piazzavano una bella pietra tombale sulla Ngn (next generation network), archiviando senza troppi problemi tutto il percorso fatto prima dell’estate con il tavolo Romani e bocciando l’ipotesi di far confluire le risorse dell’asta delle frequenze (circa 800 milioni) alla cosiddetta società della rete.

Governo a caccia di soldi. Spuntano condono e patrimoniale (e slitta ancora il decreto sviluppo)

Doveva essere la risposta immediata ai mercati. Un mesetto fa. La nuova, ennesima, scadenza fissata per il decreto sviluppo è il 20 ottobre. Partito dal tavolo di Tremonti, transitato per quello allargato Tremonti-Letta e per quello plenario Pdl-governo, il provvedimento è finito adesso sulla scrivania di Paolo Romani. Sarà lui, non a caso ministro dello Sviluppo, a fare la sintesi delle proposte che arriveranno da ministri e gruppi parlamentari di maggioranza sulle misure per rilanciare l’economia, far ripartire i consumi, sbloccare le infrastrutture e le grandi opere, abbattere il debito e chi più ne ha più ne metta.


giovedì 6 ottobre 2011

I furbetti del quattrino. Della Valle spara sulla politica, ma si becca i soldi pubblici per i suoi treni veloci


Chissà se Nicola Zingaretti fa parte di quelle «persone incompetenti e non preparate» che stanno offrendo uno «spettacolo indecente» con cui Diego Della Valle se l’è presa qualche giorno fa nella sua durissima reprimenda comparsa sulle pagine dei principali  quotidiani. Se così fosse, il patron della Tod’s, neo paladino dell’anti-casta, peccherebbe quantomeno di ingratudine. E anche grazie a lui, infatti, che i 6-700 dipendenti, che di qui al 2012 dovrebbero formare l’organico della Nuovo Trasporto Viaggiatori, apprenderanno le necessarie competenze professionali.

mercoledì 5 ottobre 2011

Marchionne fa scuola: se ne va anche la Pigna


I contorni della vicenda rischiano di sembrare un po’ surreali. Le Cartiere Pigna decidono di uscire da Confindustria in polemica con la gestione troppo politica di Emma Marcegaglia. A sua volta l’azienda viene accusata da Confindustria di aver agito sulla base di una logica politica visto che il presidente e ad, Giorgio Jannone, è anche presidente della commissione bicamerale di Controllo sugli enti previdenziali, con la tessera del PdL in tasca.

martedì 4 ottobre 2011

Che statista la Marcegaglia. Ora vuole la patrimoniale


Liberalizzazioni, privatizzazioni, tagli alla spesa, sgravi fiscali, pensioni. Nel pacchetto di proposte presentato ieri dalle imprese c’è molta Europa e buon senso. Ma anche tanta sinistra, a partire dalla solita patrimoniale e da una stretta sui pagamenti in contanti che ci riporta alla Visco-Bersani del 2006. È questo il randello che la santa alleanza formata da Confindustria, Abi, Ania, Cooperative e Rete Imprese ha deciso di brandire contro il governo, sostenendo che «il tempo è scaduto», che ora è il momento del «coraggio» e che, in assenza di risposte immediate, i tavoli di confronto di Palazzo Chigi sui provvedimenti economici resteranno senza interlocutori. Di sicuro, senza la delegazione guidata da Emma Marcegaglia, che ha usato le parole più dure, spiegando di aver ricevuto il mandato dalla giunta di affondare il coltello senza esitazioni.