sabato 5 marzo 2011

Le Regioni di sinistra boicottano il federalismo

Nel Consiglio dei ministri di ieri mattina, che ha varato il quarto decreto attuativo, quello sul fisco municipale, «non è stata approvata alcuna proroga» al federalismo e «il mio impegno è che dopo l'approvazione dei decreti attuativi avrei portato questa proposta. Oggi è stato dato in Consiglio dei ministri il preavviso della richiesta di proroga». Alla fine, a fare chiarezza al termine di una giornata governata dalle polemiche e i fraintendimenti, è intervenuto lo stesso Roberto Calderoli, in un’intervista che sarà pubblicata oggi sulla «Padania».  Il ministro della Semplificazione assicura che «l’obiettivo resta quello di chiudere il prossimo 20 maggio» e che uno slittamento della delega «riguarderà eventuali altri decreti che dovessero rendersi necessari».

Proroga o no, la tensione resta alta. Ad accendere la miccia, il presidente della Conferenza delle Regioni. «Al governo abbiamo detto che, dal momento che non ha onorato i contenuti dell’accordo siglato nel dicembre scorso, l’intesa sul federalismo regionale per noi non c’è ». Vasco Errani, silenzioso per gran parte della giornata, è sbottato così, nel pomeriggio, al termine della Conferenza Stato-Regioni, a Palazzo Cornaro. E tutti sono saltati sulla sedia. Anche il federalismo regionale, per il quale governo e amministrazioni locali avevano chiuso, il 16 dicembre scorso, un faticoso accordo, rischia così di saltare. La questione sollevata dal governatore rosso dell’Emilia Romagna ruota intorno ad una serie di impegni presi da Palazzo Chigi, a partire dal finanziamento del trasporto pubblico locale, proseguendo poi per gli ammortizzatori sociali in deroga.
Impegni, che assicura Calderoli, saranno onorati: «Il governo ha raggiunto un’intesa, con Regioni, Comuni e Province, sul decreto sul federalismo regionale e provinciale, ad una serie di condizioni che il governo intende rispettare completamente. Pertanto il problema sollevato dal governatore Errani non si pone». Sulla stessa lunghezza d’onda il ministro, Raffaele Fitto, secondo il quale «il governo conferma l’impegno assunto sulle risorse del 2011 e il federalismo regionale va avanti così come andato avanti quello comunale». «Aspettiamo atti, non parole», ha replicato Errani, non contento delle rassicurazioni. Più morbida la posizione del governatore della Lombardia, Roberto Formigoni: «Sono convinto che l’accordo con il governo è possibile, a patto, ovviamente, che sia rispettato quanto avevamo stabilito negli ultimi incontri, in particolare l’accordo sulle risorse». Ottimista, dopo le rassicurazioni di Calderoli, anche il presidente del Lazio, Renata Polverini. «Il governo ha ribadito che manterrà l’impegno sulle risorse per il 2011. Qualsiasi polemica, quindi, mi sembra strumentale», ha tagliato corto il presidente del Piemonte, Roberto Cota.

La commissione bicamerale ha comunque già iniziato a lavorare sul decreto riguardante il fisco regionale e i costi standard della sanità. Su quest’ultimo fronte è spuntata l’ipotesi di coinvolgere l’Istat nei controlli. Ma la questione sarà approfondita meglio la prossima settimana, quando l’esame del decreto entrerà più nel vivo. Tra gli argomenti messi sotto la lente d’ingrandimento anche quello delle regioni benchmark sul modello delle quali verranno stabiliti gli standard della sanità. Il decreto prevede che la conferenza Stato-regioni ne scelga 3 su una rosa di 5 virtuose indicate dal ministero del Tesoro, ma si ragiona sull’ipotesi di prevedere che il modello sia fatto direttamente dalle prime cinque. Infine, come confermato dal relatore del provvedimento, Massimo Corsaro (PdL), esiste l’ipotesi di prevedere l’azzeramento dell’Irap limitato, però, alle sole imprese che iniziano un’attività. Una possibilità allo studio, ma della quale si sta valutando la percorribilità sia dal punto di vista costituzionale sia da quello economico.

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