mercoledì 2 marzo 2011

I ministri litigano sugli incentivi e Sorgenia si quota

«È stato un inizio pazzo», ammette Stefania Prestigiacomo. Ma ora, spiega il ministro dell’Ambiente a margine della inaugurazione del primo impianto Enel in Italia per catturare e stoccare la Co2 emessa dagli impianti che utilizzano combustibile fossile, «non possiamo davvero penalizzare» un intero settore per colpa dei furbetti. Il ministro parla da Brindisi proprio mentre a Roma, nel preconsiglio, è in corso il braccio di ferro con il collega Paolo Romani sul decreto legislativo per la rimodulazione degli aiuti alle rinnovabili che, secondo l’authority, quest’anno andrebbero a pesare sulla bolletta degli italiani per 5, 7 miliardi.

Troppi per il ministro dello Sviluppo, che è partito a testa bassa in direzione di una sforbiciata netta agli incentivi. I punti in discussione sarebbero tre: tetto a 8mila megawatt e stop totale dal 2014 per il fotovoltaico, taglio retroattivo del 30% sull’eolico. Tutt’altra l’opinione della Prestigiacomo, che ieri ha negato che l’ipotesi del tetto sia sul tavolo e ha assicurato che per domani al Consiglio dei ministri arriverà un testo condiviso e più ragionevole.   In mezzo al guado, insieme a moltissime aziende attive nell’energia pulita, c’è anche Sorgenia. L’ad della società del gruppo Cir-De Benedetti, Massimo Orlandi, solo pochi giorni fa è andata al Senato ad invocare un cambio di marcia sugli incentivi: chiudere una volta per tutte la partita del Cip6  e sostenere le vere rinnovabili. Una difesa d’ufficio, quella di Sorgenia, visto che eolico e solare sono al centro del suo business, ma non così peregrina. Basti pensare che nel 2010 il costo netto per i consumatori relativo al sistema Cip 6 si è attestato a circa 1,7 miliardi. L’offensiva di Romani contro gli incentivi al fotovoltaico, che, va detto, secondo recenti inchieste del Gse avrebbero alimentato moltissime truffe alle spalle dei contribuenti, rischia ora di cambiare marcia, ma nella direzione opposta. E proprio mentre Sorgenia sembra aver deciso di puntare su Piazza Affari con un ambizioso piano di circa 1,2 miliardi per raggiungere i due milioni di clienti totali nel 2016 con l’ingresso nel mercato residenziale, che prevede offerte integrate elettricità e gas. L’obiettivo, secondo Rodolfo De Benedetti è a portata di mano.


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